Cronaca
Medico del 118 scrive a De Luca: ci aiuti, non possiamo restituire le nostre indennità. LA LETTERA

Non possiamo restituire le indennità che ci sono state date, seppur per errore, e che ci spettano
“Presidente, a nome di tutta la mia categoria, la prego di liberarci da questo insostenibile peso, di restituire a tutti noi la fiducia nelle Istituzioni”. È l’appello lanciato in una lettera aperta al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, da un medico del 118 al quale è stata chiesta la restituzione di 96.000 euro di indennità versate “per un errore burocratico” dal Servizio sanitario regionale. “Sono un medico del 118, sì uno di quegli eroi, uno di quegli angeli dell’emergenza sanitaria, che hanno affrontato a più riprese la pandemia che da tanto, troppo tempo, affligge le nostre vite. Sono uno di quei medici – si legge nella lettera- che sin dalla prima ondata del contagio, quando ancora il virus spaventava, ma non se ne conosceva nulla, di giorno e di notte e con pochi strumenti a disposizione per proteggersi ed affrontare il contagio, si recava in casa delle persone disperate perché un loro familiare rischiava di morire”.
«Non mi sono mai sentito speciale, ma ho sempre pensato che non facevo altro che il mio lavoro, il mio dovere, con decoro e con dignità»
“In quei momenti – prosegue – non sentivo di essere un eroe, non pensavo di essere speciale e quando alla tv cori di giornalisti e di opinionisti si levavano all’unisono dicendo che quei medici erano degli eroi e mostravano le nostre foto con i volti rigati dai segni delle mascherine o stravolti dalla stanchezza e dall’orrore, io – scrive il medico – non mi sono mai sentito speciale, ma ho sempre pensato che non facevo altro che il mio lavoro, il mio dovere, con decoro e con dignità. E per darmi forza lo pensavo ancor di più quando tornavo a casa, vedevo i miei figli e non potevo abbracciarli e stringerli a me, ma anzi per proteggerli li tenevo a distanza. Si, presidente, perché io ci credo, ho scelto di essere un medico e non di fare il medico, perché ci credo!”. “E invece, presidente, dopo un lungo anno, tutto uguale a sé stesso, in cui il tempo sembra essersi fermato a quella sentenza universale di pandemia, nei giorni scorsi, infatti, ho ricevuto una lettera nella quale mi si chiede la restituzione di una cifra pari a 96.000 euro, per un errore burocratico …, si pari ad euro 96 mila!!! L’eccezionale errore burocratico, che vede coinvolti noi tutti medici del 118 e che ci riconosce debitori nei confronti dell’Amministrazione di tali cifre vertiginose, cifre che per noi professionisti del Servizio Sanitario Regionale sono inimmaginabili, mi ha prostrato profondamente, non solo perché evidentemente si tratta di una pretesa disperante dal punto di vista economico, ma soprattutto perché onestamente non so più in che cosa credere…. Tale pretesa offende me e la mia professionalità in modo profondo mi umilia”.
«Forse il mio lavoro non è così importante, se può essere svilito con la richiesta di restituzione di un salario che è stato guadagnato legittimamente e con fatica e sacrificio»
“Mi umilia sì, verso i miei figli, ai quali dovrò dare una spiegazione razionale e convincente di quanto mi sta accadendo, di quanto si sta pretendendo da parte loro, poiché, Presidente, è a loro che dovrò togliere con il vile danaro, dovrò fargli capire – sottolinea il medico del 118 – che forse il mio lavoro non è così importante, se può essere svilito con la richiesta di restituzione di un salario che è stato guadagnato legittimamente e con fatica e sacrificio, dovrò spiegargli che quel sacrificio, che anche loro hanno dovuto fare per tutto questo tempo, è stato vano. Presidente, a nome di tutta la mia categoria, la prego di liberarci da questo insostenibile peso, di restituire a tutti noi la fiducia nelle Istituzioni”. “Presidente – conclude l’appello – ci aiuti a far comprendere all’opinione pubblica l’importanza della figura degli operatori sanitari, ci aiuti a far capire l’importanza che ha avuto in questi anni il medico sulle ambulanze, ci aiuti – conclude – a far comprendere che solo un sistema sanitario forte può costruite un paese, una regione, forte sotto tutti i punti di vista… l’esperienza pandemica questo ci ha insegnato”.
Cronaca
Ditte in odore di camorra, altre interdittive tra Castellammare e Gragnano

Ditte in odore di camorra, arriva lo stop del prefetto per attività di Castellammare e Gragnano.Prosegue l’attività di prevenzione antimafia, svolta dalla Prefettura con il supporto delle Forze dell’ordine e della Divisione Investigativa Antimafia.
Negli scorsi giorni il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha adottato altre 4 interdittive antimafia nei confronti di altrettante ditte, operanti nei settori degli appalti, delle sale giochi, del commercio dei prodotti alimentari e dei distributori di bevande, con sede nei comuni di Napoli, Gragnano, Castellammare di Stabia e Meta di Sorrento.
“La mirata azione messa in campo presso la Prefettura sta contribuendo in maniera significativa ad anticipare la soglia di tutela dell’ordine pubblico economico, scongiurando il rischio di infiltrazione mafiosa nel mercato, contrastando la contaminazione dell'”economia legale” ad opera dei sodalizi malavitosi radicati sul territorio, salvaguardando l’ordine pubblico economico, tutelando la libera concorrenza fra le imprese e assicurando il buon andamento della Pubblica Amministrazione”, si legge in una nota.
Cronaca
Castellammare, auto in fiamme nel quartiere Moscarella

<p style="text-align: left;">Paura nel quartiere Moscarella di Castellammare.Notte di fuoco nel rione periferico: un’auto va a fuoco.
I residenti del posto hanno udito prima uno scoppio e poi le fiamme che hanno avvolto la vettura parcheggiata lungo Traversa Moscarella, non lontano dalle abitazioni della zona.
L’allarme è scattato intorno alle 21.Sono in corso accertamenti per scoprire le cause dell’incendio divampato alla periferia di Castellammare: un avvertimento per qualcuno oppure un corto circuito.
Anche perché poco distante dal luogo in cui si sono propagate le fiamme c’è un isolato di case popolari dove negli ultimi tempi si sono susseguite diverse operazioni delle forze dell’ordine per droga e armi.
Cronaca
Gragnano, finiscono ai domiciliari due estorsori. I due taglieggiarono un negozio di abbigliamento

Gragnano.Il Gruppo della Guardia di Finanza e la Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato di Torre Annunziata, in esecuzione di una misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica, hanno proceduto all’arresto di due persone gravemente indiziate del delitto di estorsione commesso in Gragnano nel luglio 2024.Le indagini, eseguite dalle rispettive Aliquote dei predetti Corpi di Polizia incardinate nella Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e coordinate dalla Procura, hanno permesso di accertare che i due indagati, residenti l’uno a Gragnano e l’altro a Lettere, avrebbero minacciato il titolare di un negozio di abbigliamento sito a Gragnano, al fine di estorcergli la somma di 4.000 euro.
In particolare, mediante l’acquisizione delle telecamere di sorveglianza e l’escussione delle persone informate sui fatti, è emerso che i due soggetti si sarebbero recati presso l’esercizio commerciale della vittima, minacciandola – tra l’altro utilizzando i caschi come armi improprie – di bruciargli il negozio e di tagliargli la testa, se non avesse consegnato loro il giorno successivo, come poi effettivamente avvenuto, una somma di denaro in contanti.Nel corso delle operazioni di esecuzione della misura cautelare, presso l’abitazione di uno degli arrestati, sono stati rinvenuti una pistola ed una mitraglietta giocattolo prive di tappo rosso, oltre cento cartucce a salve, tre coltelli di circa 10 cm l’uno, un nunchaku artigianale ed una mazza da baseball, tutti sottoposti a sequestro, trattandosi di cose pertinenti al reato.All’esito delle formalità di rito, entrambi gli indagati sono stati posti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
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