Cronaca
Il super narcotrafficante stabiese resta a Dubai: respinta richiesta di estradizione per Raffaele Imperiale
Raffaele Imperiale resterà a Dubai, respinta la richiesta di estradizione presentata dalla DDA di Napoli

Gli Emirati Arabi hanno respinto la richiesta di estradizione avanzata dalla DDA di Napoli nei confronti di Raffaele Imperiale, 48enne stabiese considerato il narcotrafficante più potente d’Europa legato agli scissionisti degli Amato-Pagano che da Secondigliano che ha vissuto per anni da latitante di extralusso a Dubai negli Emirati Arabi. E’ quanto riportano i colleghi de Il Mattino.
Imperiale è stato accusato e condannato di traffico di cocaina ed è stato qualche mese fa raggiunto da una seconda misura cautelare, su richiesta della Dda di Napoli, sempre per traffico internazionale di droga. Un personaggio ritenuto capace di determinare le sorti della camorra allargando e chiudendo i rubinetti della cocaina da Dubai, capace di utilizzare le più sofisticate tecnologie, sicuramente il primo boss globalizzato e delocalizzato della storia criminale in rapporti con le principali organizzazioni malavitose del mondo. Ma, anche, un fine investitore: è questo, in sostanza, secondo la Procura di Napoli, l’identikit di Raffaele Imperiale, il narcotrafficante internazionale che si trova in stato di arresto nella “sua” Dubai.
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Dalle intercettazioni agli atti di indagine, che hanno consentito agli inquirenti della DDA di scoprire che Imperiale e il suo socio Mario Cerrone sono proprietari delle quote societarie della AA Investments & Development LLC di Dubai, è emerso anche che “o’ parente” (così tra gli scissionisti degli Amato Pagano è conosciuto Imperiale, ndr), nella veste di facoltoso imprenditore italiano, aveva dato addirittura incarico all’architetto iracheno naturalizzato britannico di fama mondiale Zaha Hadid di realizzare a Dubai dieci ville del valore di 20 milioni di dollari ciascuna.
Insieme con Cerrone, Imperiale è destinatario di una misura cautelare in carcere emessa per l’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso emessa dalla gip di Napoli su richiesta della Procura che ha ottenuto anche il sequestro delle quote di quella società, ora inserita nella lunga lista di asset localizzati anche in Spagna e nell’isola di Man (Regno Unito), finalizzati alla confisca.

Cronaca
Comune, la commissione ordina controlli antimafia alle ditte appaltatrici
Controlli per i cinque anni precedenti alle aziende titolari di contratti

Controlli antimafia a tutte le ditte appaltatrici e agli operatori che lavorano per il Comune di Castellammare. E’ questa l’ultima indicazione della triade commissariale che regge le sorti di Palazzo Farnese. In realtà si sta applicando la legge, per cui nei casi di scioglimento per infiltrazioni chiunque abbia rapporti con l’amministrazione comunale. Non a caso si legge in un avviso pubblicato sul sito dell’ente:
“In virtù di quanto disposto dall’art. 100 del Decreto Legislativo n. 159/2011, l’Ente locale, sciolto ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 267/2000, deve acquisire, nei cinque anni successivi allo scioglimento, l’informazione antimafia precedentemente alla stipulazione, all’approvazione o all’autorizzazione di qualsiasi contratto o subcontratto, ovvero precedentemente al rilascio di qualsiasi concessione o erogazione indicati nell’articolo 67 indipendentemente dal valore economico degli stessi. Pertanto alle istanze presentate sul portale impresainungiorno.gov.it è necessario allegare il modello di informazione antimafia. Tale modulo deve essere compilato (e ritrasmesso con allegato un documento di identità del dichiarante in corso di validità o firmato digitalmente) da parte di tutti i soggetti sottoposti alla verifica antimafia ai sensi dell’art.85 del Decreto Legislativo del 6 settembre 2011, n. 159”.
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