Politica

Scuola e Quirinale, per De Luca due schiaffi in due giorni

Il governatore sconfitto al TAR e nella scelta dei grandi elettori per l’elezione del presidente della Repubblica

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Nel gergo dei circoli di box si chiamano ganci, in politica basta definirli due schiaffi.
È quanto subito dal Governatore De Luca nelle ultime ore. Prima la revoca dell’ordinanza di chiusura delle scuole che ne ha offuscato la leadership ed il suo proverbiale decisionismo, poi la scelta del grande elettore di minoranza in Regione che ha fatto saltare il suo accordo con i 5Stelle.
Ebbene si, son bastate tre, quattro, cinque mamme, non di più, ed un piccolo pool di avvocati, straordinariamente bravi, per metterlo in ginocchio.
La DAD bocciata, la linea Draghi sovrana a surclassare la sua bramosia di visibilità. Il solito colpo dì teatro stavolta non è riuscito. Il solito metodo dell’uomo solo al comando, aldisopra delle Leggi e delle altre istituzioni, si è rivelato fallace. Nessuno a difenderlo se non il cerchio magico salernitano. Silenzio del PD che ha ribadito di sposare la linea del governo di vedere nella scuola aperta una priorita. Un flop cui il leader maximo dell’Irno non è abituato.
Ma, purtroppo per lui, la sua stella subisce, oggi, un altro colpo. Accordo fatto con la Ciarambino e i 5Stelle per il membro di minoranza dei grandi elettori del Presidente della Repubblica. Smentito immediatamente dal PD e dai cespugli centristi in Regione. Il PD che aveva in altre regioni governate dal centro destra l’accordo per garantire uno dei loro, lo abbandona senza colpo ferire mentre i cespugli centristi immaginano con la operazione Patriarca un nuovo percorso pensando al dopo Mattarella verso le politiche del 2023.
Due colpi in due giorni che confermano che, nonostante il consenso plebiscitario, quando De Luca cerca la ribalta nazionale fa sistematicamente flop. Il suo destino rimane quello lì, di colui al quale, oltre il Garigliano, chiedono la patente politica non riconoscendogli alcuna capacità di guida.

Marcella Veneziani


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