Cronaca

Telecamere Rai nel Centro Antico raccontano l’impegno della chiesa: «Così teniamo i ragazzi lontano dalla criminalità»

«Lavoriamo per far comprendere che il futuro è possibile dove tutto ti dice che è impossibile»

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Castellammare di Stabia. L’impegno della chiesa nel Centro Antico per tenere lontani i ragazzi dai gangli della criminalità organizzata egemone sul territorio stabiese. Un quartiere quello antico, tra i più degradati della città, che vanta inoltre anche di un altissimo tasso di abbandono scolastico tra i ragazzini. Una storia raccontata dalle telecamere Rai2 in un servizio andato in onda questa mattina nel corso del programma di Vito Sidoti “Sulla via di Damasco” condotto da Eva Crosetta con in studio Eraldo Affinati, insegnante e scrittore.

«Lavoriamo per far comprendere che il futuro è possibile dove tutto ti dice che è impossibile»

Sport, laboratori, momenti di condivisione, formazione e doposcuola. Così le suore Francescane Alcantarine, i parroci don Salvatore Abagnale, don Antonino d’Esposito e volontari quotidianamente lavorano per i ragazzini del quartiere che si riuniscono nei locali della parrocchia o nel campetto di calcio tra i palazzi crollati durante il terremoto degli anni Ottanta. Un’attività iniziata da una decina di anni con l’obiettivo di togliere i ragazzi dalla strada e «stare insieme, creare un luogo”normale” dove i bambini – spiega Suor Michela Ester – crescono bene, dove c’è affetto e stima. Li aiutiamo a far crescere».

«Questo – spiega don Salvatore – è un quartiere bello ma abbandonato dalle istituzioni e fatto da padrona da famiglie criminali. Nel corso del tempo questi clan sono diventati come un attrattore per i ragazzi i quali pensavano che la vita fosse quella. La chiesa quindi ha messo in campo tutte le sue forze, ed è nato questo oratorio dove ogni giorno numerosi ragazzi si incontrano per fare gruppo e stare insieme».

Qui volontari e famiglie inseguono, da soli e senza il supporto delle istituzioni, il sogno della normalità, incoraggiando i ragazzi a tirare fuori il meglio e il bello si sé.
Emilio D’Averio

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