Politica
Appello Cgli, Cisl e Uil: «Castellammare e Torre, si parta dal lavoro per sconfiggere la camorra»
Lettera indirizzata dal Prefetto e alle commissioni antimafia, condivisa anche dalle associazioni anti-camorra

Cgil, Cisl E Uil scrivono al Prefetto di Napoli, alle Commissioni straordinarie di Torre Annunziata e Castellammare, al Sindaco metropolitano Manfredi e alla Regione Campania: un appello per rimettere al centro lo sviluppo del territorio, e che registra l’adesione di venti associazioni. Un fronte ampio e plurale che pone alcune priorità: legalità, lavoro per i giovani, disinquinamento del fiume Sarno, rilancio del termalismo, la questione Maximall e, su tutto, una proposta di metodo: per sconfiggere la camorra, le Commissioni straordinarie partano dal lavoro e dal rilancio dell’occupazione.
Il testo dell’appello:
Torre Annunziata e Castellammare di Stabia: due comuni, che insieme contano oltre 100mila abitanti.
Il cuore di un territorio di straordinarie tradizioni operaie e democratiche, intrecciate lungo una storia che dura da oltre un secolo e passa per la fondazione di due tra le prime Camere del lavoro, a Torre Annunziata e a Castellammare, per la strage di piazza Spartaco, per la storia gloriosa dei cantieri navali, eroicamente difesi durante la ritirata dei nazisti, episodio da cui scaturì il conferimento della Medaglia d’Oro alla Resistenza.
E poi ancora i pastifici, i grandi insediamenti industriali che per decenni hanno rappresentato il cuore di questa terra, facendo delle fabbriche uno straordinario luogo di partecipazione democratica e crescita civile. Due comuni che si trovano alla destra e alla sinistra della foce del Fiume Sarno, simbolo, anch’esso di uno sviluppo che da un certo punto in poi ha smesso di generare benessere ed è diventato invece accaparramento, sfruttamento del territorio e, poi, de-industrializzazione e miseria. Due comuni che adesso, entrambi, a distanza di poche settimane sono stati sciolti per le infiltrazioni della camorra.
In questi decenni la pervasività della camorra è cresciuta man mano che aumentava la disoccupazione; al tempo stesso, la presenza della criminalità ha inquinato il tessuto produttivo, portando alla chiusura tante attività sane, scoraggiando l’attività di impresa. La de-industrializzazione ha così ridimensionato il ruolo della classe operaia come elemento di tenuta democratica e di presidio sociale: si è innescata una spirale viziosa in cui la camorra ha generato il sottosviluppo e il depauperamento del tessuto produttivo, aggravando la miseria e la disoccupazione da cui essa stessa si alimentava.
In quel contesto, le denunce che spesso arrivavano dai sindacati e dalle associazioni sono cadute nel vuoto, e le classi politiche spesso sono state incapaci di dare risposte ai bisogni dei cittadini e alle istanze del mondo del lavoro, al dramma della disoccupazione, al ritardo nello sviluppo.
Così arriviamo all’oggi: decine di vertenze aperte, Meridbulloni, lo Spolettificio, Fincantieri, il Maximall, gli ex-Metalfer e i tanti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, le Terme, la sanità, il ciclo dei rifiuti, alcune aperte da decenni, altre più recenti ma altrettanto drammatiche; la mancata bonifica del Fiume Sarno; centinaia di giovani che ogni anno continuano ad emigrare; un quadro desolante su cui lo scioglimento dei Comuni si abbatte a sancire ciò che, purtroppo, già da tempo era noto ed era stato più volte denunciato da associazioni, società civile e organizzazioni sindacali. La constatazione della gravità complessiva della situazione in cui ci troviamo non deve però farci cedere alla rassegnazione, all’idea che sia tutto marcio, che nulla si possa fare: bisogna far ripartire lo sviluppo, bisogna voltare pagina e scacciare la camorra dalle istituzioni e dal tessuto sociale ed economico, e per fare questo si deve partire dalla scuola e dal lavoro.
Non bisogna perdere l’opportunità di voltare pagina, di ridare centralità agli interessi dei cittadini, rimettere al centro il lavoro, la scuola, lo sviluppo sostenibile del territorio. Sono in arrivo milioni di euro, risorse del PNRR e del CIS Vesuvio, che devono servire a questo: dare risposta alle vertenze, diremmo “alla” Vertenza del territorio, quella più generale e complessiva che riguarda il suo futuro e la sua prospettiva di sviluppo. È necessario che la spesa di queste risorse avvenga alla luce del sole: massima trasparenza nell’esecuzione dei progetti, nell’affidamento delle gare, nelle scelte che verranno operate.
Oggi è necessario ricostruire la fiducia delle cittadine e dei cittadini onesti verso le istituzioni. Dobbiamo dimostrare che non sono le istituzioni, a essere complici della camorra: troppe volte abbiamo sentito dire che lo Stato è complice della criminalità; dobbiamo invece affermare, con determinazione, che non è così, ma per affermare questo dobbiamo essere credibili, convincenti, per restituire forza e credibilità alla cosa pubblica. Se la camorra si è infiltrata nelle istituzioni non è perché le istituzioni sono complici, ma perché alcune persone lo erano: persone che hanno piegato la politica agli interessi privati, spogliandola del suo ruolo di promotrice degli interessi collettivi e subordinandola agli affari di pochi. È questo percorso che bisogna invertire: la politica deve tornare a servire la collettività, a farsi garante e promotrice degli interessi dei più deboli anziché dei più forti, a saper dire di no alla prepotenza per far prevalere la giustizia. Questo chiediamo, questa è la strada che insieme vogliamo costruire e pensiamo che per farlo si debbano dare risposte chiare, concrete, efficaci.
Ci sono alcune questioni su cui ci sentiamo di prendere posizione in maniera netta, perché pensiamo che il riscatto, la rinascita, il futuro di questa terra partano da qui.
– La bonifica del Fiume Sarno: troppi rinvii, troppe attese, troppe timidezze. Adesso è il momento di accelerare per restituire, dopo oltre cinquant’anni di inquinamento, un Sarno pulito. È una questione di credibilità delle istituzioni, di vivibilità del territorio, di salute e di tutela dell’ambiente, ma anche di rilancio turistico e di competitività del nostro tessuto industriale: tra qualche anno, solo le aziende che non inquinano saranno competitive sul mercato, e noi dobbiamo farci trovare pronti per evitare un’altra catastrofe occupazionale.
– La questione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, che dopo decenni aspettano ancora risposte, risposte che vanno date perché lo Stato ha impegnato risorse economiche e progetti, e quelle risorse devono generare lavoro e benessere per tutti, non per pochi.
– Un nuovo approccio al welfare inclusivo, alla sanità territoriale e ai servizi, più attenti alla prossimità e finalizzati alla riduzione delle diseguaglianze e delle nuove povertà.
– Una visione urbanistica del territorio capace di conciliare politiche industriali efficaci con la rigenerazione urbana: bisogna dare alle giovani generazioni una possibilità per lavorare e vivere dignitosamente in questa terra, migliorando servizi e infrastrutture sostenibili, e costruire qui il proprio futuro. La possibilità di vivere in una terra che si prenda cura della bellezza del territorio, della qualità urbanistica, e che sappia promuovere la competitività del nostro tessuto produttivo, difendere il lavoro, difendere e promuovere gli insediamenti produttivi nuovi e quelli storici, come i cantieri navali e le importanti industrie ancora presenti sul territorio torrese e stabiese.
– Rilancio del termalismo, del turismo sostenibile e della risorsa montagna: il nostro territorio potrebbe costruire una parte importante del suo sviluppo su questi aspetti, che vengono colpevolmente trascurati da troppi anni ma che devono trovare un punto di svolta.
– L’armonizzazione col territorio dei nuovi centri commerciali: queste mega strutture, che nascono sui suoli di siti industriali dismessi e che beneficiano di ingenti finanziamenti pubblici (per decine di milioni di euro) hanno senso solo se servono a creare lavoro giusto e dignitoso, senza sfruttamento, dando al lavoro la sua dimensione di diritto costituzionale e fattore di cittadinanza, e non di mero strumento di sussistenza. Servono percorsi di partecipazione dei cittadini, di concertazione delle scelte, servono spazi e servizi per le lavoratrici e i lavoratori in questi nuovi centri commerciali, servono protocolli seri e vincolanti per evitare sfruttamento, lavoro nero, lavoro grigio.
Dobbiamo liberarci dalla camorra. Dobbiamo cacciare la camorra non solo dalle istituzioni, ma da ogni angolo del nostro territorio. Ma la camorra non è qualcosa di astratto: è una cosa estremamente concreta, è uno strumento, una forma organizzata attraverso cui gli affari di pochi prevalgono sui bisogni di tutti. Per sconfiggerla ci serve uno Stato forte, presente, ma dobbiamo anche riscoprire la passione per la collettività, per la cosa pubblica, per la giustizia e la democrazia: la passione per la politica con la P maiuscola, che non serve a depredare le risorse dello Stato e del territorio a vantaggio di pochi criminali, ma è un mezzo per costruire una società migliore e più giusta e per dare alle figlie e ai figli di questa terra un futuro migliore.
Mettiamoci al lavoro!
Appello promosso da CGIL CISL UIL
—
Adesioni:
ANPI Napoli
ARCI Napoli e Campania
Antinoo Arcigay Napoli
Legambiente Campania
Libera – Coordinamento Città Metropolitana di Napoli
Coordinamento campano dei familiari delle vittime di criminalità
Centro Italiano Femminile – Provinciale di Napoli
Comitato per la liberazione dalla camorra e dal malaffare
ANTEAS
ANPI Torre Annunziata
Associazione Socio Culturale ODV L’Incrocio delle Idee
ANPI Castellammare-Gragnano
Associazione Radicali Napoli Ernesto Rossi
Auser Castellammare Odv
Confcommercio Torre Annunziata
Circolo della Legalità Castellammare di Stabia
Associazione “I Progressisti – Quello che ci unisce”
Circolo Legambiente “Woodwardia”
Gli Amici della Filangieri
Casa della Pace e della Nonviolenza
Centro Italiano Femminile – Castellammare di Stabia
Politica
Camorra a Castellammare, Ruotolo: “Inquietante parentela di un consigliere”

“Pieno sostegno al lavoro della magistratura: il clan D’Alessandro è il principale nemico della città”.Sandro Ruotolo, europarlamentare e consigliere comunale di Castellammare interviene dopo il blitz che ha portato a 11 arresti, tra cui esponenti del clan D’Alessandro tra cui persone con parentele con un consigliere comunale.E poi colletti bianchi.Ruotolo rompe il silenzio della politica, finora assente su questo piano: “L’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare disposte dalla magistratura inquirente antimafia nei confronti di esponenti di rilievo del clan D’Alessandro rappresenta un ulteriore colpo nell’azione di contrasto della camorra stabiese.Il quadro che si sta delineando ci impone una riflessione profonda e sincera, lo abbiamo detto più volte: la camorra è radicata nel tessuto sociale, politico ed economico della città, arruola professionisti, colletti bianchi e “insospettabili”, azzera i confini che dividono l’economia legale da quella illegale, condiziona la vita di Castellammare.Il presunto controllo del vecchio sistema di video-sorveglianza cittadino è inquietante, così come il coinvolgimento di due tecnici e sarebbe gravissimo se risultasse vera la notizia di un rapporto di parentela di un consigliere di maggioranza con alcuni dei soggetti coinvolti nell’inchiesta.La famiglia Oscurato è sicuramente un pezzo fondamentale della più ampia consorteria criminale dei D’Alessandro, storicamente impegnata nella gestione dei videopoker, imposti, come risulta anche dall’ultima inchiesta giudiziaria, ad una ampissima rete di esercenti commerciali.Venerdì 23 maggio, nel trentatreesimo anniversario della strage di Capaci, presso l’Asharam Santa Caterina, presenteremo le prime conclusioni del lavoro dell’Osservatorio anticamorra stabiese.
Abbiamo iniziato questo lavoro perché non abbiamo mai sottovalutato il peso condizionante della camorra: al centro della nostra riflessione il peso sempre più crescente di false liste civiche, di familismi consolidati e di un meccanismo di raccolta del consenso elettorale basato su sistemi clientelari e sul controllo sociale e politico di interi pezzi del nostro territorio.Siamo in campo, per sostenere l’opera di trasparenza avviata nel palazzo del Comune, che deve essere per noi una casa di vetro, e il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e andremo avanti con le migliori forze ed energie della città per sconfiggere la camorra, che a Castellammare continua ad avere lo stesso cognome: D’Alessandro”.
Politica
Blitz della Dda a Castellammare, il silenzio della politica
Il clan D’Alessandro controllava il sistema di videosorveglianza. Tra gli arrestati un cugino di un politico di centrosinistra

Il blitz di ieri della Dda a Castellammare che ha portato all’arresto di 11 persone, tra cui due colletti bianchi, sembra non aver scosso la politica più di tanto.Nella città sciolta per infiltrazioni camorristiche dove in aula un consigliere eletto nelle fila della lista che, fa capo proprio al primo cittadino, solo qualche settimana fa ha parlato di ”scuse all’ex sindaco” senza che nessuno del suo gruppo battesse ciglio, nemmeno gli arresti di ieri fanno rumore.Nessun rigo per complimentarsi con il lavoro delle forze dell’ordine.Eppure tra le frasi intercettate ce n’è una da far tremare i polsi in cui un arrestato chiede ad un altro un insospettabile geometra: “Puoi vedere se l’impianto è in funzione?” e l’altro gli risponde “si c’è un amico mio all’ex Pretura e chiedo”.
Emerge poi che uno degli arrestati, che ha un legame di parentela con un consigliere che siede tra i banchi della maggioranza, nel 2021 si reca in prima persona da un dipendente del comune per avere notizie su un pestaggio.Anche se i fatti al centro dell’inchiesta risalgono a quattro anni fa, sorprende che comunque la politica cittadina tra un saluto al Vespucci, un Consiglio Comunale sulla tragedia del Faito, e qualche convegno sulle tematiche ambientali non trovi un attimo per esprimersi sulle ultime inchieste giudiziarie che hanno interessato la città.
Politica
Roberto Vannacci fa tappa in Campania
Vannacci e il suo “mondo al contrario” al MaxiMall Pompei venerdì 16 maggio

“Il mondo al contrario”, più che un libro è una corrente di pensiero o meglio ancora un movimento.Quello fondato da Roberto Vannacci, generale dell’Esercito prestato alla politica e ora europarlamentare della Lega.
Il Vannacci pensiero fa tappa in Campania.Appuntamento a venerdì 16 maggio al Maximall Pompei, ore 17:00, presso il cinema teatro Nexus appena inaugurato.
Saranno presenti simpatizzanti e personalità del mondo politico e delle professioni.Introduce il dibattito l’avvocato e commissario MIM Lello Di Capua, promotore dell’evento.
Intervengono Gianluca Cantalamessa, senatore della Lega, e Gianpiero Zinzi, coordinatore regionale del partito di Salvini.
-
Ultime Notizie6 giorni fa
Castellammare, arriva il Vespucci
-
Attualità3 giorni fa
Castellammare, area per bambini e una buvette: riaprono le Antiche Terme
-
Calcio4 giorni fa
Serie B, il calendario ufficiale dei play off. Juve Stabia in campo con la Sampdoria per difendere il 5° posto
-
Cronaca3 giorni fa
False attestazioni, sequestro a una cooperativa di Sant’Antonio Abate
-
Attualità3 giorni fa
Castellammare, entro fine maggio la demolizione delle Terme del Solaro
-
Attualità3 giorni fa
Castellammare resta a 850 metri dalla bandiera blu del Bikini
-
Attualità3 giorni fa
Castellammare, auto rubata a turisti piemontesi. Ritrovata e riconsegnata dalla Municipale
-
Politica3 giorni fa
Roberto Vannacci fa tappa in Campania