Cronaca
Castellammare: «La spiaggia è mia», abusivo chiede soldi e minaccia due giovani
«Mi chiedo, dopo un anno di lavoro al Nord, se è normale che per fare un bagno nella mia amata città devo subire angherie e minacce da parte di prepotenti di bassa risma. È davvero avvilente per un cittadino vedersi privato del diritto di fare un bagno»

Castellammare di Stabia. Ha minacciato due giovani che, dopo una corsa mattutina, avevano deciso di tuffarsi a “la Colonia”, spiaggia che prende il nome dall’edificio abbandonato alle spalle in via Acton. Una delle poche spiagge libere rimaste in città. L’intento dell’uomo, un abusivo che gestisce anche un commercio di cibi e bevande sulla spiaggia libera, era quello di ottenere dai due un’offerta. L’episodio è stato raccontato dai due giovani al consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli che ha dedicato sulla sua pagina Facebook un post. «Quando siamo entrati, un uomo (che gestisce abusivamente anche un commercio di cibi e bevande sulla spiaggia) ci ha detto che prima di uscire dovevamo lasciargli un’offerta. Ma, essendo senza soldi perché eravamo venuti a correre e trattandosi di un tentativo di estorsione bella e buona, decidiamo di fare il bagno e poi di andarcene dopo nemmeno mezz’ora – raccontano i due – L’uomo inizia a minacciarci di percosse e ci intima di non venire più in spiaggia. Al che io gli rispondo che quella è una spiaggia libera, ma lui insiste dicendo “le spiagge di Castellammare sono tutte mie”. Dato che ci veniva incontro con fare minaccioso, ho deciso che non era il caso di restare a discutere e ce ne siamo andati. Mi chiedo, dopo un anno di lavoro al Nord, se è normale che per fare un bagno nella mia amata città devo subire angherie e minacce da parte di prepotenti di bassa risma. È davvero avvilente per un cittadino vedersi privato del diritto di fare un bagno (di mezz’ora, eh…) in una delle poche spiagge ancora libere rimaste».
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Cronaca
Morì senza ricovero, giustizia per Schiavone: condannato il medico

La morte di Vincenzo Schiavone fu dovuta ad un’imperizia. È arrivata a distanza di più di 4 anni la condanna per il medico che dimise dall’ospedale il sindacalista e lavoratore della nettezza urbana che morì a causa di un infarto dopo essersi recato al San Leonardo.
Una vittoria per la famiglia: “Giustizia e verità è stata fatta su una morte assurda – si legge nel messaggio diffuso dai familiari di Schiavone – La famiglia fin dal primo momento parlò di imperizia, imprudenza, negligenza. Dati che emersero anche dalla relazione autoptica che fu predisposta dal Tribunale di Torre Annunziata.
Quella di Vincenzo fu un’odissea finita male. La famiglia da sempre unita nel ricordo del sindacalista esprime soddisfazione anche se nessuna sentenza potrà più restituire indietro l’amato Vincenzo, resosi protagonista di tante battaglie in città per i lavoratori”.
Cronaca
Emergenza criminalità a Castellammare: sfonda la vetrina di un negozio, ferito si dà alla fuga

E’ sempre più emergenza criminalità a Castellammare di Stabia. Raid a un negozio di tabacchi, l’ennesimo furto ai danni dei commercianti stabiesi. Nel mirino una rivendita di Santa Maria dell’Orto, in pieno centro, presa di mira da un ladro. In pratica il malvivente ha sfondato la vetrina per portare via materiale di pelletteria di un discreto valore. La rottura del vetro ha però causato il ferimento del ladro, che si è allontanato sanguinante, riuscendo a portare via soltanto poche cose.
Si tratta del secondo episodio nel giro di pochi giorni. Almeno due settimane fa lo stesso negozio ha subito anche una rapina. Tutto questo a riprova che l’emergenza criminalità è ancora nervo scoperto per la città di Castellammare di Stabia.
Cronaca
Ratti e spazzatura nel centro città: degrado ed abbandono nel salotto buono di via Roma

Degrado ed incuria nel centro di Castellammare di Stabia. Sono anni ormai che le aree dove dovrebbero esere ricostruiti due palazzi nella centralissima via Roma a Castellammare sono diventate vere e proprie discariche. Nonostante numerose denuncedi residenti e richieste di pulizia, seguite poi da ordinanze comunali, le aree rimangono sede di cumuli di rifiuti di ogni genere. Il contenzioso che ricade sull’area non è materia semplice, tanto da bloccare le operazioni di ricostruzione. Negli anni, varie amministrazioni comunali si sono succedute ed altrettanti funzionari e dirigenti comunali hanno letto i documenti per la ricostruzione, ma tutto rimane fermo al palo. Area in stato di abbandono ed oggetto di lancio di rifiuti da parte di alcuni residenti. «Dai palazzi intorno qualcuno fa anche il “lancio del sacchetto” dal proprio balcone» dice un residete della zona. Nell’ultimo anno il commissario prefettizio ha ordinato almeno due volte alla proprietà di pulire l’area, ma nulla è accaduto fino ad ora. Ultima in ordine di tempo è l’ordinanza del 2 febbraio scorso ”… adottare ad horas … gli interventi di pulizia e di manutenzione…”, ma ad oggi ancora nulla. L’area rimane una discarica a cielo aperto, covo di ratti e focolaio di probabili infezioni. Nel centro della città.
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