Politica
Dramma Cinque Stelle, la scissione di Di Maio partorita a Castellammare
L’attacco decisivo a Conte sferrato dal ministro durante la visita in Fincantieri
Si può dire che la scissione del Movimento Cinque Stelle è stata partorita a Castellammare. E’ dallo stabilimento Fincantieri di piazzale Amendola che Luigi Di Maio ha sferrato il colpo finale a Giuseppe Conte e ai colleghi “grillini”, davanti agli occhi sgranati di alcuni parlamentari pentastellati. “Il nostro elettorato è disorientato” aveva tuonato il ministro degli esteri, o meglio “il Movimento Cinque Stelle sta facendo passi indietro”, fino a sferrare l’attacco finale a Giuseppe Conte: “Sta facendo diventare questa forza politica una forza politica dell’odio”.
Da lì un’escalation di riunioni, consigli nazionali del partito, capannelli in Transatlantico. Al centro della discussione anche l’invio di armi in Ucraina. Ma la vera battaglia era quella anti-Di Maio. Una battaglia condotta da Giuseppe Conte per sfiduciare uno dei simboli del Movimento Cinque Stelle.
Fino alla decisione radicale di Luigi Di Maio: la scissione. Il capo della Farnesina – secondo fonti romane- avrebbe già coinvolto 35 parlamentari. Tra Camera e Senato, in tanti hanno già firmato per la costituzione di nuovi gruppi: “L’obiettivo è raggiungere la soglia di 50 parlamentari. Difficili ma c’è entusiasmo”, raccontano alcuni parlamentari coinvolti nell’operazione. Una delle deputate che potrebbe seguire Di Maio nella nuova avventura potrebbe essere la stabiese Teresa Manzo. Proprio nella serata di ieri l’esponente M5S di Lettere, piccolo comune dei Monti Lattari, ha tenuto una riunione a “porte chiuse” con i suoi fedelissimi nel suo comitato di Via Raiola per discutere sulla posizione da assumere anche in vista delle prossime elezioni politiche del 2023 alla quale Teresa Manzo ha intenzione di ripresentarsi.
Daniele Di Martino