Politica
Risanamento del Sarno, al via i lavori alle fogne di11 comuni
Via libera agli interventi per realizzare 700 nuovi allacci e 7 km di rete fognaria

Boscotrecase, Casola di Napoli, Castel San Giorgio, Corbara, Lettere, Pimonte, Pompei, Santa Maria la Carità, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino e Trecase. Sono questi gli ulteriori comuni su cui Gori sarà presto al lavoro per il potenziamento della rete fognaria nell’ambito del progetto Energie per il Sarno, frutto della sinergia con Regione Campania ed Ente Idrico Campano. Ieri mattina, la firma del verbale di consegna da parte del Direttore dei Lavori, Domingo Gambardella, del Responsabile del Procedimento, Domenico Tizzano, e del rappresentante dell’impresa esecutrice Consorzio Stabile Research S.c. a r.l., aggiudicataria dell’intervento. Le opere, finanziate dalla Regione Campania per 1.597.869,52 euro e di cui Gori è soggetto attuatore, attraverso la posa, complessivamente, di circa 7 km di rete fognaria, e la realizzazione di 700 nuovi allacci, consentiranno di estendere la copertura fognaria e depurativa e di eliminare gli scarichi in ambiente in ben 11 comuni del territorio, individuati sulla base dell’attuale stato delle infrastrutture. L’obiettivo, scandito anche da questi interventi, è quello di contribuire al potenziamento del servizio e al superamento dell’emergenza ambientale che affligge il fiume Sarno e i suoi affluenti. Un impegno che coinvolge anche le associazioni e i cittadini: visitando il portale energieperilsarno.it, è infatti possibile monitorare lo stato di avanzamento degli interventi, raccogliere informazioni e partecipare al cambiamento con proposte e segnalazioni. Una rinascita condivisa con gli enti comunali e sovracomunali, che punta alla chiusura di 113 scarichi in ambiente, all’estensione del servizio di fognatura a 88.000 abitanti e del servizio di depurazione a 421.000 abitanti.

Politica
I commissari ordinano la demolizione degli abusi del clan a Faito
Il caso finito anche nella relazione della commissione d’accesso

Giù gli abusi nel castagneto della camorra. La commissione straordinaria ordina la demolizione di opere realizzate abusivamente in un terreno su Monte Faito, un tempo gestito da esponenti del clan Di Martino e utilizzato per la coltivazione della cannabis anche dopo la confisca. Uno dei casi finiti delle pagine della commissione d’accesso, tra i motivi di scioglimento dell’amministrazione comunale di centrodestra. Gli ispettori del ministero rilevarono un’incongruenza tra un sopralluogo effettuato dalla polizia municipale e dai carabinieri. Mentre i vigili urbani dichiaravano che i terreni «…erano risultati inaccessibili in quanto situati in zona impervia e montuosa…», gli uomini dell’Arma hanno accertato che invece erano facilmente individuabili e accessibili con autovettura e che su di essi risultano allestiti stalle e ricoveri, all’interno dei quali si trovavano animali di varie razze. Proprio questi manufatti allestiti per il ricovero degli animali saranno abbattuti a spese del Comune.
“E’ emerso che tali beninon sono utilizzabili per alcuna finalità pubblica che contempli un utilizzo da parte di esseri umani, dal momento che trattasi di baraccamenti in lamiera, con struttura mista in ferro e blocchi in lapilcemento, del tutto fatiscenti e privi di ogni requisito statico-strutturale oltre che igienico-sanitario” si legge tra gli atti propedeutici ai lavori di demolizione.
Palazzo Farnese pone l’accento sulla “necessità del ripristino dello stato dei luoghi e del legittimo uso del suolo”, con la possibilità di rivalersi sui trasgressori per il recupero in danno degli esborsi sostenuti.
Per fare ciò verrà individuata una ditta specializzata attraverso trattativa diretta su piattaforma MePa, pescando quindi tra le ditte incaricate solitamente dalla Procura Generale della Repubblica, soprattutto iscritta nella white list della Prefettura Napoli.
Daniele Di Martino
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