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Si infiamma la campagna elettorale, volano gli stracci tra Ruotolo e Patriarca

Il senatore: “Patriarca impresentabile per lo scioglimento”. La consigliera regionale: “Assolta da tutti i processi, accusata ingiustamente durante una gravidanza. Persi il bambino”

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Si infiamma la campagna elettorale. Quando il dibattito sembrava piatto e senza sussulti, a lanciare il primo attacco è stato Sandro Ruotolo, senatore anti-camorra candidato alla camera nel collegio uninominale per il centrosinistra. Il suo è un attacco diretto ad Annarita Patriarca, definendola “impresentabile”. Botta e risposta immediato, perché la consigliera regionale di Forza Italia bolla le parole di Ruotolo nell’ambito “della campagna d’odio costante della sinistra”, specificando di essere stata assolta da tutti i procedimenti penali. Apriti cielo.

“In questa campagna  elettorale la mia avversaria è Annarita Patriarca e il suo partito di riferimento, Forza Italia, non avrebbe dovuto candidarla”, ha iniziato a dire il senatore Sandro Ruotolo, in uno degli  incontri di ieri a Castellammare di Stabia. “È impresentabile non perché suo padre, l’ex senatore Francesco Patriarca, sia stato condannato a 9 anni di carcere per camorra, non perché suo marito, sindaco di San Cipriano d’Aversa, sia stato condannato per camorra, e neppure perché il suo testimone di nozze Nicola Cosentino, ex sottosegretario di Forza Italia, anche lui sia stato condannato per camorra. Il vero motivo per cui Annarita Patriarca è impresentabile è perché quando lei era sindaca di Gragnano, l’ente locale fu sciolto per camorra”.  “Occorre voltare pagina e dare dignità e rappresentanza ai territori. Un buon politico fa buone leggi, un cattivo politico fa cattive leggi” conclude Ruotolo.

Immediata la replica fiume di Annarita Patriarca: “Ricordo a Sandro Ruotolo che la commissione parlamentare antimafia non ha inserito il mio nome tra gli impresentabili nel corso delle ultime elezioni regionali. E non lo ha fatto perché sono stata assolta dal procedimento penale in cui venni ingiustamente coinvolta addirittura con un divieto di dimora nel mio Comune, nonostante una gravidanza a rischio; gravidanza che poi ho perso al quarto mese. E non lo ha fatto soprattutto perché, dallo scioglimento del Comune di Gragnano, non è derivato a mio carico alcun procedimento penale”. Infine ricorda un episodio di quando Ruotolo era un cronista: “Speravamo che Ruotolo con gli anni avesse imparato qualcosa dalla vita e dalla professione, ma mi rendo conto che la violenza verbale, la voglia gratuita di offendere e il senso di superiorità sono ancora gli stessi di quando lo incrociai, ormai 30 anni fa, mentre aggrediva sotto casa mia un ragazzino di 13 anni, mio fratello, colpevole ai suoi occhi di essere il figlio del senatore Patriarca. Dovettero intervenire i vicini di casa per bloccare una violenza fisica e psicologica, fatta brandendo un microfono come un’ascia, nei confronti di un minore tempestato di domande sul padre in stato d’arresto. Questa immagine non potrò mai dimenticarla. Una immagine che dice poco del fatto di cronaca ma tanto dell’uomo”.

Daniele Di Martino


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