Politica
Confermato lo scioglimento, i giudici: “Palese sostegno elettorale della camorra”
La sentenza: “Rete di rapporti parentali e frequentazioni con camorristi di alcuni amministratori”

Nessun passo indietro sullo scioglimento per camorra.Castellammare di Stabia resterà commissariata.
E’ quello che ha deciso il Tar di Roma, con una sentenza che non lascia spazio a interpretazioni.Un giudizio netto e che fa emergere di nuovo i condizionamenti della criminalità organizzata nella vita amministrativa stabiese.
Appena qualche giorno fa il ministro Piantedosi, nella sua relazione semestrale, aveva dipinto un quadro a tinte fosche riferendosi alla gestione di Palazzo Farnese e alla capacità dei clan D’Alessandro e Cesarano di orientare le scelte politico-amministrative.Con la sentenza di oggi, anche i giudici amministrativi tracciano un bilancio desolante, nonostante i tentativi dell’ex sindaco Gaetano Cimmino e dei suoi consiglieri comunali di smontare tutte le accuse mosse dalla commissione d’accesso e in via definitiva dal Prefetto Claudio Palomba.
Tra le motivazioni che si leggono tra le pieghe della sentenza del Tar “emerge dagli atti un quadro connotato da diffusa illegalità e condizionamento, che la relazione ha individuato in vari ambiti della vita consiliare” si legge, parlando addirittura di una “rilevata disfunzione dell’amministrazione locale e per la “prossimità” degli organi amministrativi con le consorterie criminali”.Si parla anche di “palesato sostegno elettorale, confermato dalle risultanze giudiziarie, di esponenti della locale criminalità in favore di taluni candidati che facevano parte della lista che sosteneva l’organo di vertice dell’ente” e di una “rete di rapporti parentali e di frequentazioni che esisteva da taluni amministratori e esponenti delle locali consorterie”.
Anche i giudici del Tar inseriscono evidenziano “la partecipazione del primo cittadino (Gaetano Cimmino, ndr) quale testimone di nozze al matrimonio di un soggetto legato a locale famiglia mafiosa e la presenza in seno al consiglio comunale di amministratori gravati da legami con i medesimi esponenti dei clan camorristici”.A tutto questo si aggiungono “i coinvolgimenti in procedimenti penali di personale amministrativo dell’ente, la carente strutturazione delle procedure di gara, anche sotto il profilo dell’acquisizione della documentazione antimafia” ma anche “l’avvenuto pagamento effettuato in favore di una società destinataria di un provvedimento interdittivo e l’affidamento di commesse in via diretta e senza rotazione”.
Il centrodestra stabiese aveva provato a difendersi facendo notare le assoluzioni di alcuni soggetti coinvolti, ma i giudici hanno definito “irrilevante che l’eventuale intervenuta assoluzione di taluni soggetti coinvolti nei descritti procedimenti penali”.Anche perché “ciò che conta è lo sguardo d’insieme degli elementi fattuali, concretamente verificatisi ed accertati, che ben possono essere considerati dall’amministrazione nell’esercizio del suo potere discrezionale quali sintomi del descritto pericolo di condizionamento dell’apparato locale da parte della criminalità organizzata”.
Infine una stoccata sulla lotta di facciata all’abusivismo edilizio: “Anche se non precipuamente caratterizzante la vicinanza con ambienti mafiosi, l’amministrazione ha valorizzato quanto emerso dalla relazione del Prefetto di Napoli in ordine alla politica comunale in materia di abusivismo edilizio, del tutto carente e limitata ad una azione di contrasto meramente formale del fenomeno, sintomo anch’esso di un malfunzionamento della macchina amministrativa comunale”.Fine della storia.
La parola passa al Consiglio di Stato a cui l’ex sindaco Cimmino farà probabilmente ricorso.Ma al momento Castellammare è condannata a una democrazia sospesa fino alla primavera del 2024.
Salvo clamorosi risvolti.
Daniele Di Martino
Politica
Castellammare, D’Apice :”La risposta di Eav sulla stazione di Ponte Persica è inaccettabile”

“La risposta di EAV conferma un’impostazione miope, distaccata e del tutto scollegata dalla realtà del nostro territorio”. Non ci sta il consigliere d’opposizione D’Apice sulla risposta di Eav in merito alle stazioni Terme e Ponte Persica.
“Parlano- dice il consigliere -di fermate “soppresse”, di “flussi trascurabili” e di “efficienza della linea”, ma ignorano due fatti fondamentali: Moregine è chiusa e la fermata Castellammare Terme è un’infrastruttura strategica per il rilancio delle Terme di Stabia e del turismo cittadino.”
“EAV continua a trattare il nostro territorio come una variabile secondaria. Ci dicono che Ponte Persica è “demolita” e non ripristinabile. Ma si dimenticano di dire che la stazione di Moregine, indicata come sostitutiva, è oggi chiusa. Di quale servizio alternativo stanno parlando? A chi serve Moregine se non è nemmeno attiva?”
Il consigliere punta il dito anche contro la superficialità con cui viene liquidata la stazione Castellammare Terme: «Definirla “fatiscente” e ignorarla per questo è assurdo. È come dire che una scuola chiusa per anni non debba più riaprire solo perché serve manutenzione. Quella fermata rappresenta una chiave concreta per il rilancio delle Terme di Stabia, patrimonio identitario e motore economico della città.»
La mobilità pubblica non può essere gestita solo con logiche aziendali, continua il consigliere. «Ogni fermata cancellata è un pezzo di territorio che perde connessione, servizi e possibilità di sviluppo. È ora che Regione Campania e vertici EAV ascoltino realmente le esigenze della città»
Il consigliere chiederà al consiglio comunale di approvare una mozione per chiedere formalmente:
•Il ripristino prioritario della fermata di Castellammare Terme, in sinergia con un piano di rilancio turistico e termale;
•La verifica e riapertura della fermata di Ponte Persica;
•la covocazione di un tavolo istituzionale urgente con EAV e Regione Campania,per discutere nel merito le esigenze del territorio e le possibili soluzioni
“Non accettiamo tagli mascherati da razionalizzazioni. Castellammare ha bisogno di più mobilità pubblica”
Politica
Castellammare, De Gregorio dice no alla riapertura delle stazioni Ponte Persica e Terme

Niente riapertura delle stazioni di Ponte Persica e Castellammare Terme. È secca la risposta di Eav alle richieste del consiglio comunale stabiese.Il presidente De Gregorio lo scrive in una missiva indirizzata al presidente del consiglio comunale, che pubblichiamo integralmente:
La fermata di Ponte Persica è stata soppressa ed eliminata nel 2017, in quanto incompatibile ed interferente con i lavori di raddoppio della tratta Torre Annunziata – Castellammare di Stabia, finanziati ex lege 80/84.
Il progetto del suddetto raddoppio è stato approvato in Conferenza dei Servizi in data 22/09/1998.Ciò premesso, si rappresenta che l’impianto in argomento era caratterizzato da uno scarsissimo traffico viaggiatori e, nell’ambito degli stessi lavori finanziati ex lege 80/84, è stata realizzata la nuova stazione di Moregine non lontana dal vecchio impianto di Ponte Persica.
Ciò premesso, l’eventuale ripristino della Fermata di Ponte Persica, tecnicamente non sarebbe realizzabile nella stessa sede del vecchio impianto, oggi demolito e la cui sede è stata occupata dal secondo binario del raddoppio in argomento, per cui non appare realizzabile.
Per quanto riguarda la fermata di Castellammare Terme, inoltre, la stessa è dismessa da oltre 20 anni e l’impianto è del tutto fatiscente.Anche questo impianto era interessato da un flusso viaggiatori del tutto trascurabile.
L’eventuale ripristino richiederebbe di fatto il completo rifacimento del fabbricato viaggiatori, comprese banchina e pensilina, e quindi un finanziamento ad hoc.
Come concetto generale, al di là degli investimenti per i lavori di realizzazione degli impianti, la creazione di una qualsiasi località di servizio (fermata ferroviaria) su una linea comporta un allungamento dei tempi di percorrenza sulla direttrice stimabile in 4/5 minuti, tra decelerazione, servizio viaggiatori ed accelerazione e richiederebbe un costo di esercizio annuo di circa 500 mila €, tra presenziamento e manutenzione, al momento non disponibile.
Ultime Notizie
Castellammare, Base Popolare chiede spiegazioni su Palazzo del Fascio

Una interrogazione scritta a cui è chiamato a rispondere il sindaco Vicinanza, quella presentata dal consigliere Maurizio Apuzzo, di Base Popolare Democratici e Progressisti per far chiarezza sulla vicenda relativa alla mediazione di Palazzo del Fascio.Il movimento che in aula ha eletto Apuzzo cerca risposte riguarda la convenienza per il comune di Castellammare rispetto all’accordo transattivo raggiunto con l’ATI Valentino Giuseppe – IMPREGIVA Sri, in seguito alle controversie legali derivanti dalla ristrutturazione del palazzo di Corso Garibaldi .
Cinque i punti al centro della richiesta volta a chiarire quali reali vantaggi possa generare questa operazione per il Comune, specialmente alla luce dei costi potenziali associati alla nuova gara d’appalto.
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