Attualità
Reggia di Quisisana, tagliati alberi secolari. Il WWF denuncia tutto in Procura

Nel Comune di Castellammare di Stabia da circa due settimane sono iniziati i lavori di “Sistemazione del viale degli Ippocastanidi accesso alla Reggia Quisisana”, un’opera da 3 milioni di eurofinanziata con i fondi Pics attraverso l’Accordo di Programma firmato dal governatore Vincenzo De Luca e dall’ex Sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino, già oggetto di un dettagliato esposto inviato a tuti gli enti e alla Procura dal WWF Terre del Tirreno a marzo di quest’anno.
I lavori in corso hanno comportato il taglio e l’abbattimento di tutti gli esemplari arborei di sambuco e della vegetazione posta ai bordi del viale, in spregio alle norme di tutela del sito e alle stesse prescrizioni contenute nella VIncA allegata al progetto.
Le discusse opere infatti, essendo all’interno del SIC “Dorsale dei Monti Lattari” (cod. IT 8030008), hanno necessitato di una Valutazione di Incidenza e della successiva autorizzazione da parte dell’ente Parco Regionale dei Monti Lattari. L’autorizzazione è stata rilasciata con Decreto n.87/VINCA/2022 del 01/09/2022 a firma del Responsabile Amministrativo Antonio Malafronte e del Presidente Tristano dello Ioio.
L’autorizzazione prevedeva precise prescrizioni, tra cui il “blocco totale del cantiere nel delicato periodo di nidificazione dell’avifauna”, a cui il parco tuttavia, dopo appena due mesi, derogava parzialmente (in contrasto con la Direttiva Habitat) su richiesta del committente per non “rischiare di perdere il finanziamento”, ma solo in relazione al “disturbo del cantiere” e NON al taglio della vegetazione.
Si legge infatti nell’autorizzazione:
“… l’abbattimento degli ippocastani e l’eventuale taglio di altra vegetazione arborea o arbustiva dovranno essere condotti e ultimati entro il 15 marzo, oppure avviati dopo il 31 luglio.”
L’art. 12 della direttiva Habitat e l’art. 5 della Direttiva Uccelli prescrivono l’obbligo di adottare misure che vietino di arrecare disturbo alle specie protette, in particolare durante i periodi di riproduzione, di dipendenza, di ibernazione e di migrazione.
L’articolo 7 della direttiva Uccelli vieta espressamente ogni forma di disturbo durante il periodo di nidificazione, riproduzione e dipendenza e ritorno al luogo di nidificazione per le specie migratrici.
Il non rispetto delle direttive comunitarie appare una grave violazione dei principi di tutela ambientale, ovvero della tutela costituzionale dei beni comuni.
Inoltre il taglio a raso della vegetazione, che insiste su di una scarpata già interessata da pericolose frane, rischia di aumentare il grave dissesto idrogeologico del sito creando i presupposti di un ulteriore pericolo.
Per tali motivi il WWF Terre del Tirreno, con una nota inviata alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha chiesto di sottoporre a sequestro l’area per evitare che eventuali reati ai danni dell’ambiente vengano portati ad estreme conseguenze.
“Nel progetto di “riqualificazione” del viale degli ippocastani e nei successivi atti autorizzativi, a ben vedere, ci sono una serie di stranezze e irregolarità gravi – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – Col WWF, dopo la solita lunga trafila per accedere alle carte, abbiamo documentato come l’iter seguito e le autorizzazioni rilasciate, in contrasto con diverse normative vigenti, sembrerebbero avere avuto come unico obiettivo quello di “non perdere i finanziamenti ottenuti”?”
In sintesi il parco regionale ha “resuscitato” una commissione “scaduta” per il rilascio delle autorizzazioni in area SIC pur di non far perdere i finanziamenti poi, dopo un pò, l’ha resuscitata di nuovo per derogare ad una prescrizione già imposta dalla stessa commissione appena due mesi prima (che imponeva a tutela del sito di nidificazione dell’avifauna di non cantierare le opere prima del 30 luglio) … in deroga alla Direttiva Habitat e sempre per non rischiare di perdere i finanziamenti!
“Ma c’è dell’altro che ha dell’incredibile. Abbiamo accertato in questi giorni, dopo l’ennesimo pellegrinaggio per ricevere gli atti, che il parco regionale, ad oggi, non ha ancora rilasciato il suo eventuale nulla osta alle opere in progetto!!! Eppure le opere sono state appaltate e vanno avanti in barba a vincoli e prescrizioni? Come è possibile?”
In quanto agli ippocastani “non pericolosi”, ma da abbattere contro il parere stesso della Soprintendenza che intende salvaguardarli, il comune, in una nota a firma del RUP arch. Gallo e del Dirigente del IV Settore ing. Oscurato, sostiene che sarebbero le “prescrizioni” del parco “vincolanti ed obbligatorie” ad imporre (!) l’eliminazione degli alberi.
Le motivazioni? Si legge nel parere rilasciato della commissione VIncA dell’ente parco: per “rinvigorire i valori architettonici… legati alla sintonia dei manufatti esistenti… ripristinare quelli paesaggistici… legati alla percezione del paesaggio… ai valori estetici… e alla salvaguardia del patrimonio culturale … assicurato dal ripristino dell’intero viale e dall’abbattimento di tutti gli alberi secolari.”
“E’ assurdo – conclude d’Esposito – che l’ente parco, deputato alla tutela della flora e della fauna dell’area protetta, esprima motivazioni di carattere architettonico/estetico/paesaggistico a giustificazione dell’eliminazione degli alberi, contro il parere stesso della Soprintendenza che è deputata (lei sì) alla tutela di quegli stessi valori paesaggistici che il parco ritiene compromessicon la salvaguardia dei grandi alberi! Eppure, come ha chiarito la Suprema Corte di Cassazione (Sez. III, 7 feb 2007 – sentenza n. 2022), “per la realizzazione di interventi in aree protette occorrono tre distinti ed autonomi provvedimenti autorizzativi: il permesso di costruire, l’autorizzazione paesaggistica e, ove necessario, il nulla osta dell’ente che gestisce la riserva naturale“. Dello stesso avviso il Consiglio di Stato che sottolinea, come da acclarata giurispudenza, che “L’Ente parco e la Soprintendenza sono chiamate a compiere autonome valutazioni… va esclusa, pertanto, qualsiasi indebita sovrapposizione dei pareri della Soprintendenza e dell’Ente Parco.“
Siamo di fronte ad un vero e proprio “corto-circuto” provocato maldestramente dalla necessità di non dover lasciare sfuggire finanziamenti promessi. Fa niente se tutto ciò comporta il non rispetto delle regole e il sacrificio di alberi secolari giudicati, ancora una volta, semplicemente e frettolosamente brutti vecchi e decrepiti!
Non resta che sperare nell’operato della Magistratura.
Attualità
Juve Stabia al San Leonardo per consegnare uova di Pasqua donate dalla Curva Sud

Solidarietà di Pasqua.Questa mattina, una delegazione della Juve Stabia composta da Alberto Gerbo, Andrea Adorante, Fabio Maistro e Kristjan Matosevic ha fatto visita ai bambini ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale San Leonardo.
Ad accogliere la delegazione della Juve Stabia è stato Roberto Cinelli (primario del reparto di Pediatria) insieme a tutto lo staff della direzione sanitaria del nosocomio di Castellammare di Stabia.I quattro calciatori hanno consegnato le uova di cioccolata, donate dalla Curva Sud, ai piccoli pazienti, ricevendo grande affetto.
Attualità
Giovedì Santo in salsa stabiese, tra zuppa di cozze e giro delle 7 chiese. Ecco il percorso tra fede e tradizione

Il giovedì Santo stabiese, tra zuppa di cozze e giro delle 7 chiese.Il triduo pasquale si avvicina e anche gli eventi che si mescolano tra fede e tradizione.
A Castellammare di Stabia, nel giorno in cui si chiude la Quaresima, si è soliti dare vita al più classico “Giro delle 7 chiese”, una tradizione anche napoletana ma che è ancora in voga anche nella capitale.Nella città stabiese significa pellegrinare per le chiese del centro antico. Un evento che ritorna in via ufficiale, frutto della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Luigi Vicinanza, e l’Arcidiocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, i parroci, le confraternite e le associazioni stabiesi Post Fata Resurgo e Comitato Borgo Antico di Stabia.
Dalle ore 20:30 alle ore 23:00 sarà possibile attraversare il centro antico ed entrare per un momento di preghiera e raccoglimento nelle sette chiese disseminate lungo il percorso: dalla Concattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello fino alla Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, passando per la Confraternita del SS. Crocifisso e Anime Sante del Purgatorio, la Chiesa di Gesù e Maria, la Chiesa di San Bartolomeo, la Chiesa di Santa Caterina e la Chiesa dello Spirito Santo.
C’è poi un’usanza, anche napoletana e importata a Castellammare, che poco centra con le iniziative religiose: la famosa zuppa di cozze. I ristoranti della città, tra l’Acqua della Madonna e lungomare, preparano per i clienti un gustoso piatto o con solo cozze oppure con tutti i frutti di mare. Un percorso tra fede e tradizione che vale la pena intraprendere.
Attualità
Si alza il sipario sulla mostra “Essere donna a Pompei”
Appuntamento fino al 31 gennaio 2026 alla Palestra Grande di Pompei

Essere donna: un’affermazione, ma anche un interrogativo che trova risposte diverse a seconda del momento e del contesto, non da meno nell’antica Pompei.La scoperta delle condizioni di vita delle donne e bambine, dei numerosi aspetti della vita quotidiana e della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana e ancor più in una città campana quale Pompei, è il filo conduttore della mostra “Essere donna nell’antica Pompei” – dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026 presso la Palestra grande degli scavi – a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.Con il suo straordinario stato di conservazione Pompei si pone come osservatorio privilegiato.La documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare il ruolo della donna nella società romana, argomento che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze.
Ma soprattutto a Pompei si può cogliere la presenza non solo di coloro che appartenevano ai vertici della società, ma anche di quella folla indistinta di persone “comuni” a cui è stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con la quale l’attuale esposizione si pone in continuità.Un percorso di 8 sezioni nel quale attraverso affreschi, ritratti privati e funerari, graffiti, iscrizioni ed oggetti d’uso sono documentate le diverse categorie femminili: matrone, liberte, schiave; nelle varie fasi della vita: nascita, infanzia, matrimonio, maternità, morte; e nei diversi ruoli che svolgevano nella società: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, in cui erano impegnate le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri di ogni genere esercitati da libere e schiave (filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute ecc.).Nella prima sala il pubblico è accolto da nomi e volti di donne, come per dare voce alla loro individualità.Inizia, poi, il racconto che illustra, grazie al supporto di eccezionali testimonianze materiali – statue, affreschi, iscrizioni, graffiti e manufatti d’ogni genere – le donne di Pompei.
Nelle prime sale sono illustrati gli aspetti principali della vita privata, che per una matrona comprendeva la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero.Ampio spazio è poi riservato alla vita pubblica e lavorativa delle donne.Si stima cha a Pompei lavoravano fino a 100 donne nella prostituzione, molte costrette perché in schiavitù, ma non tutte.Le donne di si occupavano anche di attività di grande prestigio, con importanti ricadute sociali, come emerge nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti dove sono raccontati ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.
Le ultime tracce del loro passaggio nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro.Il percorso si chiude con un salto nella contemporaneità che da un lato presenta i profili di alcune figure di donne che hanno dato il loro contributo alla scoperta e alla conoscenza di Pompei (Carolina Bonaparte, Wilhelmina Jashemski, Tatiana Warsher, Olga Elia), dall’altro offre ai visitatori una selezione di spezzoni cinematografici dedicati all’immagine femminile, tratti dal grande cinema d’ambientazione ispirato all’antichità romana e in particolare a Pompei.Il contesto del Parco Archeologico di Pompei permette poi di ampliare l’esperienza della mostra, trasformandola in una vera e propria visita tematica.Il percorso espositivo, infatti, non si esaurisce all’interno della Palestra Grande, ma propone collegamenti con una serie di edifici significativi per comprendere la condizione femminile all’interno del sito archeologico.
Questi edifici segnalati lungo il percorso espositivo, permettono di creare un’esperienza immersiva e interattiva per i visitatori.Ulteriore elemento immersivo è dato dall’integrazione di podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di diverse donne realmente vissute nella città di Pompei
È possibile approfondire la storia di 8 donne e dunque incontrare Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera; di nuovo Eumachia presso l’omonimo edificio nel Foro; Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano; Asellina al Termopolio di Asellina; Giulia Felice nei Praedia di Giulia Felice; Eutychis nel quartiere servile della Casa dei Vettii; Amaryllis presso la Casa di Marco Terenzio Eudosso. È inoltre visibile la ricostruzione di un telaio verticale, legato ad una delle attività femminili per eccellenza, nella Casa della Venere in Conchiglia.L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione non solo storica, ma anche attuale.Maggiori info su: https://pompeiisites.org/mostre/essere-donna-nellantica-pompei/
A partire dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie – nell’ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP – si terranno una serie di letture e performance artistiche dedicate alle Donne protagoniste della mostra.
La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno
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