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Cimmino al Pd: “Non accetto lezioni da chi ha chiuso le Terme”. Ma è stato il centrodestra a chiuderle

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Il sindaco Cimmino attacca il Pd, difendendo la scelta di commissionare un piano di rilancio del parco termale, ma non chiarisce per quale stabilimento (Solaro o Antiche Terme) sarà elargita la consulenza di 20mila euro netti. E accusa il centrosinistra di aver chiuso lo stabilimento del Solaro, dimenticando la chiusura avvenuta durante la consiliatura Bobbio nella quale era presidente del consiglio comunale.

“L’affidamento dell’incarico per la redazione dello studio della fattibilità tecnico-economica per la valorizzazione del Parco termale della città di Castellammare di Stabia è finalizzato alla propedeutica individuazione di tutti i necessari elementi atti a favorire la partecipazione di operatori economici nella forma del partenariato pubblico privato (P.P.P.) e, quindi, anche con l’intervento di risorse finanziarie pubbliche, il tutto a mezzo di preliminare predisposizione di bando” prova a chiarire il sindaco Gaetano Cimmino.

“Intendiamo mettere ordine dove prima c’era confusione – prosegue il sindaco – Sul tema delle terme non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dal Partito Democratico che ha decretato la chiusura degli stabilimenti prima e subito dopo il fallimento della società. Gli atti e i documenti parlano chiaro: basti pensare agli advisor che si sono succeduti negli anni attraverso varie amministrazioni hanno prodotto atti fotocopiati costati decine di migliaia di euro”, dimenticando che la chiusura è diventata realtà nel corso della consiliatura Bobbio, proprio durante i giorni della sfiducia all’ex pm antimafia.

“Proprio chi ci ha preceduto ha agito senza avere una visione strategica e quegli advisor hanno disatteso qualsiasi aspettativa senza saper intercettare i privati. Addirittura quelle ultime scelte furono oggetto di denuncia e di successive indagini da parte delle forze dell’ordine. Oggi si rende necessario realizzare il bando per la gestione di entrambi gli stabilimenti proprio perché Sint è stata messa in liquidazione per manifesta incapacità amministrativa e gestionale” dice ancora, “il centrosinistra non ha prodotto alcun risultato, ha chiuso e fatto fallire, ha licenziato e cacciato dall’aula consiliare i lavoratori e lo stato di degrado in cui versano gli immobili della Sint è sintomatico di tutto il disastro che ha creato. L’unica strada che abbiamo da perseguire è procedere con uno studio di fattibilità che metta al centro il cuore pulsante dello stabilimento delle Antiche Terme, ovvero il termalismo. L’auspicio è quello di un’ampia partecipazione da parte di quella imprenditoria sana”.

Infine spiega che “senza uno studio alla base non è possibile procedere con un vero bando per la gestione: vanno forniti agli operatori tutti gli idonei elementi al fine di poter far pervenire una concreta ed effettiva proposta. Bisogna affidare tale studio a chi ha esperienza nel settore del turismo termale e del termalismo per fornire le giuste linee di indirizzo e le necessarie idee programmatiche per favorire appunto quelle proposte fattive e concrete nell’interesse nel rilancio dell’intero settore e dell’ambito territoriale circostante. Solo all’esito di una dettagliata analisi e del preventivo studio di fattibilità si potranno individuare gli aspetti salienti da porre a base del confronto concorrenziale pubblico e valutare le proposte che perverranno. Ciò al fine di evitare di continuare a muoversi con approssimazione e superficialità e dando quella caotica immagine dell’attività amministrativa che sicuramente non potrà favorire né interessi né investimento non solo nel settore ma nell’intero comprensorio cittadino. Parliamo di una netta inversione di rotta rispetto alle precedenti modalità. Lo studio di fattibilità dev’essere mirato ed accurato per avere visione organica”.

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