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Cronaca

Traffico di droga in Sicilia, 25 misure cautelari: coinvolti anche stabiesi con l’accusa di fornire cocaina 

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traffico di droga in sicilia

Due organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti sono state sgominate dalla guardia di finanza di Catania con l’operazione denominata “Shoes”, perché la droga era chiamata in modo criptico con nome di famose ditte di scarpe, con l’arresto di 25 persone, quattro delle quali ai domiciliari. La Procura contestata anche l’avere favorito la famiglia Santapola-Ercolano e di avere a disposizione armi. L’operazione è stata denominata “Shoes” per l’utilizzo, tra le tante, quali parole convenzionali, di noti brand di scarpe per comunicare i quantitativi di droga da movimentare. Le indagini hanno riguardato il periodo compreso tra gennaio 2017 e novembre 2018. La droga sequestrata, destinata al mercato della Sicilia orientale, avrebbero fruttato alle compagini criminali etnee proventi per 2,5 milioni di euro, secondo quanto stimato dagli investigatori. L’inchiesta trae origine dall’operazione “Stop and go” della Guardia di Finanza di Catania, che portò, nel maggio 2019, all’arresto di 16 persone espressione di due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa nel capoluogo etneo con ramificazioni a Torino, Siena e Reggio Calabria, e anche all’estero in Spagna e Sud America. Gli investigatori hanno fatto luce sui traffici criminali condotti da due associazioni armate finalizzate al traffico di stupefacenti, una delle quali operativa anche allo scopo di agevolare Cosa Nostra etnea (gruppo criminale “Ottantapalmi” poi assorbito dai “Nizza”) mediante la destinazione di parte dei proventi illeciti alle famiglie dei detenuti. Il primo gruppo sarebbe stato capeggiato da Giuseppe Vasta, 32 anni, indicato come uno dei principali collettori di rilevanti quantitativi di hashish ed eroina forniti dai fratelli Maggiore: Alfio Giuseppe, detto “Graziano”, cantante neomelodico catanese noto per i suoi pezzi in napoletano, Giuseppe e Orazio Valentino.

La droga veniva poi rivenduta all’ingrosso ai fornitori di piazze di spaccio nei quartieri catanesi di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Tra gennaio e giugno 2017, Giuseppe Vasta, soprannominato “Baku'” dai fornitori partenopei in onore di una nota piazza di spaccio di Scampia, avrebbe diretto l’associazione con la collaborazione di “Graziano” Maggiore, dei suoi cognati Agatino Maurizio Ventimiglia e Giovanni Papa, di Cristoforo Crisafulli, detto “Cristian”, i quali curavano sia la fase di reperimento ed acquisto della droga dai fornitori che quella successiva di vendita nel territorio di Catania. Anche durante il periodo di detenzione in carcere, Vasta, come è emerso in alcune conversazioni telefoniche intercettate, per il tramite della moglie, avrebbe impartito precise direttive per la prosecuzione dei suoi illeciti traffici. Il gruppo “Vasta”, secondo quanto accertato dagli investigatori, si approvvigionava stabilmente, mediante collaudati sistemi di comunicazione tesi a eludere anche eventuali intercettazioni telefoniche, da un gruppo operante a Castellammare di Stabia per la fornitura di cocaina, costituito da Catello Gargiulo detto “Nello Marijuana”, Maurizio Vitale, Fortunato Vitale e Antonio Pane. Quest’ultimo, oggi ai domiciliari, nell’aprile del 2017 è stato arrestato all’uscita dal casello autostradale di Acireale perchè  trasportava in auto 2 chili di cocaina. Un secondo canale di fornitori, stanziati tra Scordia e Militello in Val di Catania, era rappresentato da Carmelo Straniero, Giovanni Nicolò  Straniero e Gaetano Dammone Sessa, trafficanti di marijuana. Un’ulteriore catena fornitrice aveva la sua base logistica nel Lazio ed era rappresentata da due albanesi, Klodian Shkrela e Rodolf Sotiri, che insieme a Salvatore Catania trasportavano a beneficio degli uomini di Vasta rilevanti quantitativi di marijuana e hashish. A riscontro della disponibilità di armi da parte del Gruppo “Vasta”, nel settembre del 2017 i Finanzieri del Gico, nel quartiere di San Berillo Nuovo, in Corso Indipendenza, a Catania, hanno arrestato due persone trovate in possesso di un arsenale costituito da un fucile mitragliatore ak 47 kalashnikov, 3 revolver, 1 pistola semiautomatica e circa 500 cartucce di vario calibro, alcuni passamontagna e oltre un chilo di marijuana. Il secondo focus investigativo dell’operazione “Shoes” era rappresentato dall’associazione armata capeggiata da Sebastiano Sozzi, detto “Davide”, promotore e coordinatore di un’attività di spaccio di stupefacenti nel territorio di Catania, che si procurava cocaina e “crack” da fornitori catanesi e calabresi e gestiva la lucrosa attivita’ insieme alla moglie Silvana Mirabella, incaricata della contabilità  dei crediti vantati nei confronti degli acquirenti e della suddivisione in dosi della droga.

Altri appartenenti al gruppo “Sozzi”, tutti destinatari dell’odierna misura cautelare, sarebbero stati Francesca Patrocelli, con il ruolo di magazziniere, Antonino Mirko Guglielmino, detto “Nino Coccolino”, organizzatore della fiorente piazza di spaccio di via Alogna, nel quartiere San Cristoforo di Catania, Salvatore Amato, Roberto Spampinato, Antonino Fuselli e Angelo Cristofaro, con lo specifico ruolo di “broker” nell’acquisizione e rivendita all’ingrosso e al dettaglio degli stupefacenti oltreche’ di recupero di eventuali crediti da forniture di stupefacenti scaduti e non saldati. Al gruppo prendevano parte anche Angelo Pasqualino, detto “Angelo il palermitano”, e Maurizio Valenti, quali stabili fornitori. I proventi del traffico di stupefacenti, oltre che essere ripartiti tra gli affiliati in relazione alle mansioni svolte, erano destinati da Sozzi anche alle famiglie di alcuni affiliati in carcere del gruppo mafioso catanese di cui questi, per sua stessa ammissione, faceva parte, ovvero il clan “Santapaola – gruppo Nizza”. Numerose le conversazioni intercettate nelle quali Sozzi, contrariato dalla gestione non adeguatamente redditizia della via Alogna da parte di Guglielmino e successivamente preoccupato per il suo arresto avvenuto nel febbraio del 2018 per spaccio di cocaina, palesava la necessita’ di affidare la piazza a soggetti in grado di garantire introiti superiori anche per sostenere adeguatamente le famiglie dei detenuti i quali, all’atto della loro carcerazione, avevano in Sozzi riposto la fiducia affidandogli il controllo delle loro piazze. Tra questi detenuti figuravano, tra gli altri, Salvatore Amato, detto “Turi Amato”, storico esponente di spicco del clan Santapaola, reggente del gruppo “Ottantapalmi”, sposato con Grazia Santapaola cugina di primo grado del boss “Nitto” Santapaola; ed anche il figlio dei due, Alfio Amato, anche lui esponente di rilevo del clan Santapaola, e Francesco Scuderi, detto “Niculitto”, genero dei coniugi Amato-Santapaola. “Turi” Amato, storico capo del gruppo degli “Ottantapalmi”, aveva gestito, tra le altre, la piazza di via Alogna e i ricavi dello spaccio erano sempre stati destinati dagli Amato al mantenimento dei detenuti del gruppo ed alla cassa comune del clan mafioso, come accertato dagli investigatori. Inoltre, nell’ambito dell’operazione, e’ stato disposto il sequestro del “Bar Rocher”, intestato a Giuseppe Vasta, con sede in via Acquicella, a Catania.

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Suicidio assistito via libera dall’Asl a due pazienti

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Oggi, l’Asl Napoli 3 Sud ha comunicato alle due assistite che hanno chiesto di accedere alla procedura di suicidio medicalmente assistito i pareri favorevoli del Comitato etico territoriale Campania 2, emessi in tempi brevissimi a seguito delle relazioni trasmesse dalla Commissione tecnica multidisciplinare permanente istituita dall’azienda all’esito delle rispettive visite domiciliari.Le due pazienti vincono la loro battaglia di civiltà.

Una di loro Ada con l’avvocato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni’, aveva presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli, a seguito dell’opposizione al diniego, visto che l’azienda sanitaria non dava seguito alle richieste.L’Asl Napoli 3 Sud, ora, sta organizzando le modalità di attuazione delle procedure di auto somministrazione dei farmaci nelle modalità più idonee alle condizioni cliniche delle pazienti e nel rispetto della loro dignità umana.

I percorsi, poi, dovranno essere condivisi con le istanti e con i relativi medici di medicina generale, nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale con le sentenze 242/2019, 1357/2024 e 66/2025.

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Cronaca

Sorrento, Luci d’Artista salvo il bando da 1,7 milioni

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Sorrento avrà le sue luminarie per le festività natalizie.La commissaria dice sì e da l’ok al bando per le luci d’artista.  Via libera dunque alla procedura negoziata di affidamento del servizio di ideazione, noleggio, istallazione, montaggio, manutenzione, assistenza e smontaggio delle luminarie natalizie per il triennio 2025/2028

L’importo complessivo stanziato per il servizio ammonta a 1 milione e 700 mila  euro.

La documentazione complessiva relativa all’appalto, incluso il capitolato speciale, sarà trasmessa alla centrale di committenza dell’Università del Sannio, l’ente che procederà a pubblicare la gara.La scelta è quella di mettere su un progetto pluriennale che attraverso le lucine colorate faccia da richiamo per i turisti e illumini il Natale dei cittadini di Sorrento

 

 

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Cronaca

Cade una trave, operaio muore sul colpo. Altra tragedia sul lavoro

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Un’altra tragedia sul lavoro.Questa volta a Trecase, in provincia di Napoli, dove un 61enne carpentiere che era impegnato in lavori edili per la ristrutturazione esterna di una villetta sarebbe stato colpito alla testa da una trave in muratura precipitata, per cause in corso di accertamento, dal primo piano dell’immobile.

L’uomo, Francesco De Simone originario di Torre Annunziata, è deceduto sul colpo e sono in corso accertamenti dei carabinieri del Nucleo Investigativo torrese.La procura di Torre Annunziata ha disposto il sequestro della salma per la successiva autopsia.

Dai primi accertamenti pare che l’uomo non fosse in regola e che il cantiere – sequestrato – sia stato avviato senza le previste autorizzazioni.Indagini dei carabinieri di Torre Annunziata coordinati dalla procura di oplontina con il pm sul posto.

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