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Emergenza educativa, l’appello di Don Mario: “Aiutateci a sottrarre i ragazzi dalla strada

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Castellammare. In una sala gremita di docenti, professionisti e volontari si è tenuto giovedì mattina, 9 marzo il dibattito dal titolo “Il linguaggio dei ragazzi e degli adolescenti nell’era dei social: E’ ancora possibile stabilire con loro una relazione educativa?”

All’interno dei saloni dell’Accademia del Gusto di Imparare l’evento, organizzato dalla Fondazione Maria Fanelli, ha aperto aperto la strada ad un nuovo dialogo con i giovani.

“Il problema della emergenza educativa è gravissimo – ha detto don Mario di Maio aprendo l’incontro – A mio modo di vedere è ben più grave del problema ecologico. Il sistema economico che mira al profitto ad ogni costo sta distruggendo, assieme all’ecosistema, la stessa umanità”. Il parroco fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti Fanelli, ha anche parlato di esperienze personali che in trent’anni di attività hanno segnato il suo agire. “Ho deciso di affiancare alle altre anche un’opera per la prevenzione delle devianze, per i ragazzi di questa città per tanti versi governata dalla malavita. Recentemente, il nostro Consiglio Comunale è stato sciolto per infiltrazioni. Con tanta fatica, e con sacrifici personali, abbiamo realizzato, in un capannone dismesso in periferia, una struttura che vuole essere un luogo nel quale intendiamo accogliere i ragazzi, con l’intento di sottrarli alle spire della delinquenza organizzata, affiancandoli nella loro crescita, sostenendoli nelle difficoltà e preparandoli con corsi di formazione professionale ad inserirsi in modo dignitoso nella vita sociale”.

Al tavolo dei relatori l’assessore regionale alla formazione professionale Armida Filippelli: “Voglio che tutti abbiano una possibilità – ha detto l’esponente della giunta De Luca – due anni fa avevamo pochi ragazzi nei corsi di istruzione e formazione professionale, oggi sono 2000. Spesso i  ragazzi non hanno strumenti culturali di difesa, per questo dobbiamo fare la differenza e darci una mano. La rivoluzione culturale che dobbiamo fare,  – ha concluso Filippelli – è la lotta alla dispersione che si fa con corsi che danno opportunità vere per lavorare ma anche diplomarsi”.

L’incontrò è proseguito con un lungo dibattito animato da Cesare Moreno, fondatore dei Maestri di Strada. “Parliamo del perché i ragazzi sono estranei al nostro linguaggio. L’assenza di dialogo e di ascolto crea un popolo separato – ha spiegato alla platea attenta Moreno – pensiamo che i giovani abbiamo un’altra lingua e crediamo di non riuscire a comprenderla. Ciò che non è normale è che noi stiamo accogliendo il cambiamento come un nemico in casa nostra. Il mondo adulto non riesce a stabilire una relazione feconda con il mondo giovanile”. Moreno è stato tra i fondatori del progetto Chance, recupero dei dispersi della scuola media, e suo coordinatore dal 1998 alla chiusura avvenuta nel 2009.

“Oggi i giovani vivono in un deserto di significati e subiscono l’insignificanza giovanile. Ovvero non vengono considerati per quello che fanno. L’alienazione è normale se lasciamo da solo un giovane con un cellulare per ore, ma potrebbe accadere lo stesso con un gioco”.

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