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Il raggiro del falso TFA per insegnare sostegno: scoperta la truffa a due insegnanti

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Se vi chiedessimo di disegnare la parola “truffa”, la vostra matita traccerebbe i contorni di un delinquente scaltro e sorridente, di una preda manipolabile e di un mazzetto di contanti.Non è un’immagine semplicistica, truffare è esattamente questo: denaro facile a chi confeziona inganni per mestiere.

Nell’ideale collettivo è un termine abbinato agli anziani, ai più fragili.Perché il “non può capitare a me!” è concetto assai diffuso. 
Ed è proprio assecondando questa convinzione che non riusciamo ad evitare gli sgambetti.

Nessuno è immune al mercato dell’imbroglio, siamo tutti potenziali prede.Tuttavia, il vento sta cambiando.

Carabinieri e istituzioni fanno della sensibilizzazione una bandiera, interpretando e combattendo i fenomeni più recenti con campagne sempre più penetranti. 
Parole come spoofing, phishing, skimming, romance scam stanno assumendo un significato familiare e l’espressione “finti marescialli e avvocati” è entrata nel linguaggio comune, attribuita specificatamente ad una delle tante tipologie di raggiro.L’universo delle truffe è sterminato, in parte ancora inesplorato.

Non basterebbe un libro a raccontarlo tutto, perché il limite risiede solo nell’immaginazione e nella creatività criminale dell’impostore.Lo dimostra il caso di Palma Campania, ricostruito dai Carabinieri di San Giuseppe Vesuviano.

Dimentichiamo per un attimo gli anziani, qui le vittime sono due donne, insegnanti di 41 e 43 anni.La truffa è legata al TFA Sostegno.

Il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo per il Sostegno) è un percorso di formazione che abilita gli insegnanti a lavorare con alunni con disabilità nelle scuole italiane. È sostanzialmente un corso universitario della durata di un anno circa che prevede lezioni teoriche e laboratori.Al termine del percorso, bisogna superare un esame per ottenere il titolo di specializzazione che permette di lavorare come insegnante di sostegno nelle scuole pubbliche e private.

Le due docenti hanno già qualche esperienza di insegnamento ma l’idea di ottenere il TFA è sempre viva.A renderla concreta ci penserà un 52enne palmese, incontrato in città quasi per caso.

L’uomo – racconta – fa parte dello staff di insegnanti di un prestigioso ateneo napoletano.E propone alle due di affidarsi per ottenere accesso al corso.

Egli avrebbe seguito la pratica di iscrizione fino al conseguimento dell’abilitazione in cambio di un compenso di appena 1000 euro. “Solo” mille euro perché il costo totale del corso raggiungerebbe i 5500: 11mila calcolando le due quote.La truffa è ben concepita.

Vestendo i panni dell’intermediario, il 52enne chiede un anticipo in contanti.Quanto basta per coprire le spese vive, tra bolli e tasse obbligatorie.

Ottenuto il denaro, invia alle due vittime un link attraverso il quale seguire le lezioni online propedeutiche all’ottenimento del titolo.E’ in quel momento che va versata la seconda quota, fino a saldare la somma concordata.

Con il collegamento al materiale didattico, l’uomo inoltra anche un documento matricolato, timbrato, bollato e firmato dal Magnifico Rettore dell’Università che certifica l’iscrizione al percorso.I mesi passano.

Le due vittime arrivano al passo finale, quello dell’esame. È qui che la messinscena raggiunge il suo climax.Il 52enne organizza una videoconferenza da quella che dichiara essere una sala dell’ateneo.

Con lui una seconda persona che interpreta un docente.Poi un breve colloquio con la candidata prima di entrare nel vivo dell’esame e, infine, una stretta di mano virtuale che sancisce il superamento della prova.

Dopo qualche giorno ecco il secondo certificato che attesta l’abilitazione TFA, con votazione di 30 trentesimi.Siamo nel giugno del 2023.

La storia non si conclude allora perché nell’ultimo anno e mezzo, TFA (falso) alla mano, una delle due insegnanti riesce a lavorare in 4 istituti scolastici della provincia di Napoli.Fino agli inizi di questo Febbraio, quando la segreteria della scuola dove lavora(va) contatta l’ateneo per ottenere altra certificazione ufficiale relativa al TFA.

La risposta è facilmente immaginabile.Solo allora la vittima si rende conto del raggiro, presentando denuncia ai Carabinieri di San Giuseppe Vesuviano.

Grazie alle indagini dei militari, l’intera vicenda viene ricostruita.Il 52enne è identificato e denunciato.

Dovrà rispondere di truffa e falsità materiale commessa dal privato.


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Castellammare, la giunta approva il progetto da 10 milioni per il Monte Faito

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C’è il via libera della giunta di Castellammare di Stabia alla messa in sicurezza del versante stabiese di Monte Faito.I fondi sono stati assegnati nel lontano 2017, ora il progetto per il Faito prende di nuovo forma.

La giunta di Castellammare approva il progetto esecutivo, dopo un lungo carteggio di atti, conferenze dei servizi, incarichi e tutte le lungaggini burocratiche del caso.Sono dieci milioni di euro e serviranno a eliminare il pericolo del dissesto idrogeologico del versante stabiese del Monte Faito.Che poi, tradotto in soldoni, significa mettere in sicurezza soprattutto la zona collinare e il centro antico.

Una parte di Castellammare che a ogni pioggia viene invasa dal fango e dai detriti provenienti dal Faito, con le relative vasche borboniche che necessitano di continua manutenzione.


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Castellammare, all’Incrocio delle Idee “La natura belle delle cose”

Domenica 23 Marzo la presentazione del libro di Barbara Nappini

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Domenica 23 marzo sarà presente a Castellammare di Stabia la Presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini per presentare il suo libro “La natura belle delle cose” .A promuovere l’evento l’Associazione Socio Culturale l’Incrocio delle Idee e l’associazione Slow Food Costiera Sorrentina e Capri, con la finalità di fornire utili informazioni per la difesa di quelli che sono i fondamentali diritti soggettivi e collettivi legati all’alimentazione, la sostenibilità, il clima e la difesa e la tutela dell’ambiente.

“Un libro -quello della Nappini- che, inevitabilmente, conduce a profonde riflessioni attraverso una gradevole descrizione delle bellezze del nostro pianeta, le bellezze delle piccole e apparentemente insignificanti cose e azioni quotidiane, che costituiscono “un motore silenzioso e potente in grado di riconnetterci con gli altri,
con quello che ci circonda” e che ci permettono di rimanere umani.Ma oltre a riflettere, il libro, attraverso significative testimonianze, invita ad agire, ponendosi anche come strumento per chi volesse approfondire il proprio impegno per un futuro.La presentazione del libro si terrà presso il Salone Luisella Viviani in via Gesù 29, nella sede dell’Associazione L’Incrocio delle idee con inizio ore 11,00.

Dialogherà con l’autrice il giornalista e componente del direttivo dell’Incrocio delle Idee Giovanni Mura.


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Sant’Antonio Abate, fondi per mettere in sicurezza le chiese

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Arrivano i fondi del Pnrr per il Santuario di San Gerardo e per la chiesa di San Giuseppe a Sant’Antonio Abate.Ad annunciarlo è il sindaco Ilaria Abagnale.

“Il Ministero della Cultura ha finanziato due progetti di efficientamento sismico che il Comune di Sant’Antonio Abate aveva candidato e, grazie ai fondi del Pnrr, saremo in grado di ristrutturare il Santuario di San Gerardo Maiella e la chiesa di San Giuseppe”.I due interventi sono stati finanziati dal Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero e prevedono il miglioramento sismico, la messa in sicurezza e il risanamento conservativo delle strutture delle due chiese abatesi.Il Santuario di San Gerardo Maiella ha ottenuto un finanziamento da un milione 200mila euro, mentre per la chiesa di San Giuseppe di via Roma il Comune di Sant’Antonio Abate avrà a disposizione 590mila euro, nell’ambito dei fondi erogati per la “Sicurezza sismica nei luoghi di culto, torri e campanili” dal MiC.

“Si tratta di due importanti finanziamenti per il territorio, per il patrimonio culturale e per i luoghi di culto abatesi – afferma Ilaria Abagnale – che ci consentiranno di rendere ancora più sicure le chiese cittadine.

Inoltre, questi interventi daranno la possibilità di valorizzare il ricco patrimonio culturale rappresentato dalle chiese presenti sul territorio di Sant’Antonio Abate.Nei prossimi giorni – conclude Ilaria Abagnale – presenteremo al Ministero il cronoprogramma dei lavori e partiranno tutte le azioni successive che ci consentiranno di avviare i due cantieri in tempi brevi e, come previsto dal progetto, di completare le opere entro giugno 2026”.Entrambe costruire negli anni ’30 dello scorso secolo, le due chiese contengono diverse opere d’arte e oggetti di culto dedicati ai due Santi, ed hanno rivestito un ruolo importante nella crescita socio-culturale di Sant’Antonio Abate.In particolare il Santuario di San Gerardo Maiella è collegato al vicino convento delle Suore Gerardine, punto di riferimento per la comunità.

A livello strutturale, gli interventi prevedono il consolidamento dei pilastri e il rifacimento delle coperture, con il restauro delle lesioni dei solai interni.Inoltre, saranno rimossi eventuali pericoli di cedimenti interni ed esterni.


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