Politica
Castellammare, il centrodestra si ricompatta contro Vicinanza
Dopo mesi da separati in casa il centrodestra stabiese si ricompatta contro Vicinanza.Le due opposizioni ritornano ad essere una cosa sola.
Ci sono le firme di tutti i consiglieri sotto il documento redatto dal centro destra stabiese.Mario D’Apuzzo, Cimmino Antonio, De Simone Rosanna, Federico Antonio, De Filippo Nicola, D’Apice Pasquale, Alfano Antonio e Di Martino Ciro, gli otto firmatari del documento.
Sicurezza, Puc, Terme, Porto i temi al centro della riflessione dei consiglieri d’oppossizione che criticano la politica fatta di annunci trionfalistici.
“Castellammare di Stabia – si legge nel documento- vive una stagione che avrebbe potuto segnare la rinascita.Mai come in questi anni la città ha avuto a disposizione risorse, fondi e strumenti per ricostruire fiducia, sviluppo e decoro.
Eppure, la realtà quotidiana racconta altro: insicurezza diffusa, progetti fermi, opportunità sprecate.Mentre si parla di ripartenza, Castellammare è ancora bloccata, prigioniera di una gestione che si limita a raccontare risultati parziali e a confondere la propaganda con il governo.
Il primo e più grave fallimento riguarda la sicurezza.Negli ultimi mesi la città ha conosciuto un boom di furti, rapine, risse e aggressioni, episodi sempre più frequenti che hanno minato la tranquillità dei cittadini e la percezione stessa di vivibilità urbana.
Quartieri storici, zone centrali e periferie sono esposti a fenomeni predatori che l’amministrazione non ha saputo né prevenire né contrastare con efficacia.Le telecamere non bastano se mancano una visione d’insieme e un piano di sicurezza urbana reale, condiviso con le forze dell’ordine e con la cittadinanza.
Castellammare ha bisogno di una presenza istituzionale forte, non di comunicati di circostanza.La sicurezza è il primo diritto di una comunità e, quando viene meno, tutto il resto — turismo, economia, vivibilità — perde forza.
A questo quadro si aggiungono i dossier strategici mai affrontati.Le Terme, innanzitutto: chiuse, abbandonate, dimenticate.
Nel 2022, grazie al lavoro del centrodestra, furono assicurati 12 milioni di euro di fondi PNRR per restituire vita al complesso termale, simbolo identitario e motore di sviluppo economico.Tre anni dopo, siamo fermi: nessun cantiere, nessuna progettazione esecutiva, nessuna visione.
Un finanziamento straordinario che rischia di essere perso, e con esso un pezzo fondamentale del futuro stabiese.Il porto, poi, è rimasto intrappolato nella nebbia dell’incertezza.
Si parla di strategie, ma non esiste alcun piano concreto.Il porto commerciale, quello turistico e quello peschereccio continuano a convivere senza una visione unitaria, senza un’idea di sviluppo sostenibile e produttivo.
Castellammare dovrebbe essere il cuore marittimo del Golfo di Napoli, e invece resta una banchina “anonima” in perenne attesa di una precisa definizione oltre che di un “dragaggio”, ormai non più procrastinabile, dell’area portuale atteso da lunghi anni per restituire funzionalità e sicurezza nelle manovre del naviglio, siano esse di attracco e nel dare fondo all’ancora che in quelle salparla e di mollare gli ormeggi dal molo.Non meno grave è l’immobilismo sul Piano Urbanistico Comunale.
Senza il PUC, la città non ha regole, tempi, né prospettive certe.Gli investitori si allontanano, le imprese restano in attesa, i cittadini non sanno in che direzione si muoverà il territorio. È una paralisi che genera sfiducia, frammentazione e disordine, impedendo a Castellammare di crescere come città moderna e competitiva.
E mentre i grandi temi restano sospesi, si celebrano piccoli risultati che in realtà appartengono al passato, sarebbe il caso di convocare quel Consiglio Comunale inutilmente richiesto per la verifica della realizzazione degli obbiettivi previsti dalle Linee Programmatiche di questa amministrazione e allo stesso tempo di dare debito riscontro a quanto sbandierato.Il Rione Savorito, la scuola Postiglione, i fondi PNRR per l’edilizia scolastica, la rigenerazione urbana di Villa Gabola e la restituzione della Casa del Fascio al patrimonio comunale sono tutti progetti nati, finanziati e avviati dal centrodestra. È giusto ricordarlo non per vanità politica, ma per rispetto della verità e per onestà verso i cittadini.
Chi oggi amministra dovrebbe avere l’umiltà di riconoscere che molto di ciò che viene vantato è il frutto di una visione amministrativa precedente, costruita con serietà e competenza.Castellammare non ha bisogno di resoconti trionfalistici né di elenchi parziali.
Ha bisogno di decisioni, di coraggio e di ordine.Serve un piano per la sicurezza urbana, un rilancio vero del termalismo, una strategia seria e realizzabile per il porto, un PUC che disegni la città di domani.
Serve, soprattutto, una classe dirigente che ascolti, decida e costruisca.Il Centrodestra stabiese continuerà a essere una forza propositiva, lucida e coerente.
Non per demolire, ma per ricordare che per governare significa scegliere, non raccontare.Castellammare merita di tornare a essere una città sicura, produttiva e credibile.
E questo potrà accadere solo quando alle parole seguiranno finalmente i fatti”.
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