Cronaca
Capodanno a Castellammare, commercianti sul piede di guerra
Quando abbiamo provato a fermarci e guardare cosa stesse realmente accadendo in città, la sensazione è stata immediata e condivisa: date segnate, ma poca vita attorno.Eventi che scorrevano uno dopo l’altro senza lasciare traccia, piazze spesso semivuote, orari poco accessibili, una comunicazione frammentata.
Non una questione di gusti o di preferenze personali, ma di metodo, di visione e di risultati.Una programmazione che faticava a trasformarsi in emozioni, relazioni, senso di comunità.
Eppure, proprio in mezzo a questo scenario, un segnale diverso era arrivato.Il successo del presepe vivente nel centro storico stabiese,promosso da Don Salvatore Abagnale, ha dimostrato che coinvolgere è possibile, se si parte dalle persone.
Bambini, famiglie, quartieri interi hanno ritrovato lo spirito autentico del Natale: quello fatto di partecipazione, attesa, condivisione.Un’iniziativa semplice, ma profondamente radicata nel territorio, capace di parlare alla città e di farla sentire parte di qualcosa.
Una lezione chiara su quali siano, oggi, le azioni che funzionano davvero.In questo contesto già fragile, e ancora disallineato rispetto alla vita reale della città, è arrivato solo successivamente l’annuncio ufficiale del programma per il 31 dicembre.
Un annuncio che non sembra inserirsi in un clima già costruito.Da un lato i commercianti, che da anni si organizzano autonomamente, dando vita nel pomeriggio del 31 a un tessuto diffuso di musica, incontri, brindisi e iniziative private; dall’altro un evento concentrato nella Villa Comunale, che rischia di andare in direzione opposta, spezzando anziché unire, accentrando anziché armonizzare.
A questo punto i commercianti sono comprensibilmente sul piede di guerra.Dopo aver già perso incassi importanti il 24 dicembre, ora il timore è concreto: rischiare un nuovo flop anche il 31, proprio a causa di uno spettacolo centralizzato che potrebbe svuotare altre zone della città. È qui che emerge con forza la mancanza di una visione complessiva e, soprattutto, di una comunicazione capace di costruire un unico grande clima cittadino.
A rafforzare questa sensazione contribuisce anche la scelta di eventi e format che sembrano muoversi all’interno di un circuito già confezionato.Decibel Bellini, figura forte della piazza di Napoli e speaker ufficiale dello Stadio Diego Armando Maradona, era pochi giorni fa a Santa Maria la Carità e, subito dopo Castellammare, sarà a Vico Equense per la mezzanotte.
Circuiti che possono anche essere funzionali, ma solo se inseriti in una strategia chiara e contestualizzata.Qui, invece, la sensazione è quella di tappe di passaggio, di eventi presi singolarmente e sommati senza un filo conduttore, più che parti di un progetto pensato davvero per la città.
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