Cronaca
Pedalata per dire no al tunnel di Varano: in queste condizioni la montagna può franare
Iniziativa del gruppo Gli Amici della Filangieri che dedicano la X edizione del “E Mò Pedala” per dire No al tunnel di Varano
Castellammare di Stabia. L’associazione Gli Amici della Filangieri che da diverso tempo è impegnata a sensibilizzare la città all’impiego di una mobilità sostenibile scende in campo per dire No al Traforo di Varano che ospiterà il secondo binario EAV della linea Castellammare – Torre Annunziata. La manifestazione questa volta sarà per esprimere il proprio dissenso all’opera e a spiegare alla cittadinanza cosa sta avvenendo a via Grotta San Biagio.
“Siamo contrari all’opera in atto, non solo per la scarsa partecipazione dei residenti e delle associazioni (ambientaliste e tecniche) nel processo decisionale di cui manca una narrazione veritiera, ma anche (soprattutto) per motivi archeologici e ambientali” – scrivono sui social e lanciano l’allarme. “Di fatto, eseguire un traforo nella collina di Varano (un ammasso di terreno argilloso) è un serio pericolo ambientale in quanto il rischio di frane aumenterebbe vertiginosamente a discapito, soprattutto, di chi vive in prossimità di quei luoghi. La vicinanza ai siti archeologici quali villa Arianna e villa San Marco comporterebbe un grave danno alle strutture senza considerare la possibilità di eventuali ritrovamenti importanti per il patrimonio culturale stabiese. Inoltre, da sempre favorevoli ad una mobilità alternativa, non riteniamo necessario e utile per la collettività un simile lavoro. Sono svariati gli ambiti in cui intervenire quando parliamo di mobilità come l’incremento e l’efficienza del trasporto pubblico, con percorsi e orari che riescano a venire incontro alle più disparate esigenze di collegamento centro-periferia; ammodernamento dei mezzi di trasporto su gomma che possano garantire l’accesso autonomo a tutte e tutti; la riapertura e rivalorizzazione di Stazione Terme (piuttosto che trasformarla in un b&b); una pista ciclabile che possa attraversare l’intera città offrendo di fatto un’alternativa economica e sostenibile alle quattro ruote.Post fata resurgo. Quando una città può considerarsi morta affinché possa risorgere? Ora è il momento di agire affinché possa farlo”.