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Cronaca

De Luca frena sulla scuola: “Non apriremo tutto a Gennaio”

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De Luca

«Prima di aprire faremo una verifica. Ma non siamo d’accordo con un rientro in blocco»

L’obiettivo confermato è far tornare in aula dal prossimo 7 gennaio il 50% degli alunni, per arrivare al 75% nell’arco dei giorni successivi, con un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese. Del resto, come conferma il rapporto pubblicato dal Centro europeo per il controllo delle malattie, il ritorno nelle aule a metà agosto, coinciso con un generale rilassamento delle altre misure restrittive in molti paesi europei, non appare essere stato un motore di contagio nella seconda ondata di casi ad ottobre in Europa. Il problema vero sono i trasporti e le altre attività che ripartono. La parola d’ordine sarà, come ha spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “flessibilità: è l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti”.

Non è dello stesso parere il Governatore della Campania Vincenzo De Luca. «Si parla della riapertura dell’anno scolastico il 7 gennaio, queste sono cose che mi fanno impazzire. Come si fa a dire ‘si apre’, senza verificare la situazione il 3, il 4 gennaio? In Campania non apriamo tutto il 7». E’ l’annuncio di De Luca che si mantiene cauto ed attende l’evolversi della situazione sul territorio regionale per poi decidere. «Faremo, in Campania, un passo alla volta – afferma il Presidente della Regione – se non si fa una verifica il 3, 4 e 5 gennaio della situazione epidemiologia. Noi valuteremo con grandissima attenzione e in ogni caso, mandare a scuola il 50 per cento degli studenti tutti insieme è una scelta che alla Campania non convince».

“Il ritorno nelle aule scolastiche a metà agosto – spiega il Centro europeo per il controllo delle malattie – è coinciso con un generale rilassamento delle altre misure restrittive in molti paesi, e non appare quindi essere stato un motore di contagio nella seconda ondata di casi osservata in molti Stati europei ad ottobre. Nel documento, che non considera l’impatto della variante inglese, di cui al momento non si hanno dati disponibili, si spiega che la chiusura delle scuole può contribuire ad una riduzione dei contagi da SarsCov2, ma da sola non basta a prevenire la trasmissione in comunità in assenza di altri interventi per limitare i raduni di massa. La chiusura delle scuole, come misura per limitare i contagi da SarsCov2, conclude l’Ecdc, deve essere usata come ultima risorsa e per un tempo limitato, dato che l’impatto negativo a livello di salute fisica, mentale ed educativa, oltre che economica, supera i benefici”.

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