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Cronaca

Omicidio Tommasino | Dodici anni dopo quel maledetto 3 febbraio: la storia di un delitto irrisolto

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omicidio tommasino | dodici anni dopo quel maledetto 3 febbraio: la storia di un delitto irrisolto

3 febbraio 2009. Oggi sono esattamente 12 anni. Ma quell’omicidio che ha cambiato la città resta ancora irrisolto. Erano passate da poco le 15, quando l’auto del consigliere comunale del Pd attraversa viale Europa e viene affiancato da due scooter con i quattro killer. Una pioggia di proiettili non lasciò scampo a Gino Tommasino

E’ noto il gruppo di fuoco composto da Salvatore Belviso, Raffaele Polito, Renato Cavaliere e Catello Romano. I primi tre diventati collaboratori di giustizia, mentre il più giovane della spedizione di morte ritratto la sua collaborazione fuggendo dalla località segreta in seguito all’arresto.

I killer ci sono, ma non i mandanti e il vero movente di quell’orrenda pagina di cronaca che Castellammare fatica ancora a dimenticare. Dodici anni senza riuscire a venirne a capo, nonostante le dichiarazioni dei tre «pentiti» di camorra. Sono tante e varie le ricostruzioni degli ultimi giorni di vita di Gino Tommasino: dall’ipotesi di una tangente da 30mila euro mai arrivata a destinazione (nel quartiere generale del clan D’Alessandro a Scanzano), a quella dell’affare parcheggi. Per arrivare alla recente indagine che punta i fari su tutti gli appalti e le grandi opere messe in campo nel periodo in cui Tommasino era sulla cresta dell’onda della politica cittadina.

Anche la famiglia di Gino combatte da anni per conoscere la verità, rifiutando qualsiasi commistione con la camorra. Si è sempre battuto per questo il fratello Giovanni, anch’egli ex assessore comunale e medico molto stimato in città, scomparso quasi un anno fa, portato via dal Covid.

Dopo 12 anni sono ancora sconosciuti il vero mandante e il movente di quell’omicidio. Nonostante tre pentiti di camorra, tra cui due fiancheggiatori e un esecutore materiale. Hanno sparato e ucciso senza conoscere, evidentemente, il reale motivo. La città attende ancora di conoscere la verità.

Daniele Di Martino

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