Cronaca
WWF: Un falco smeriglio impallinato a Massa Lubrense
Nonostante il divieto di caccia il rapace è deceduto per le ferite riportate
Non è riuscito a salvarsi il falco smeriglio impallinato a Massa Lubrense.Nonostante la celerità degli abitanti nell’avvertire i volontari l’esemplare consegnato ai medici dell’ASL veterinaria di via Bagnulo e immediatamente trasportato al Centro Recupero Fauna Selvatica il Frullone di Napoli, non ce l’ha fatta a spiccare nuovamente il volo.
La denuncia del WWF dopo l’uccisione del falco smeriglio
“Siamo appena all’inizio delle migrazioni autunnali degli uccelli verso sud, in direzione delle aree dove passeranno l’inverno e da dove ripartiranno la prossima primavera per tornare in Europa.Sono sempre più numerosi gli appassionati di birdwatching che osservano questo straordinario ed emozionante fenomeno, oltre agli scienziati che studiano gli uccelli migratori, inanellandoli e seguendone le rotte per conoscerli sempre meglio.Per poterli proteggere è infatti importante individuare le minacce che incombono: dal consumo di suolo ai cambiamenti climatici, che colpiscono le aree di nidificazione così come quelle di sosta utilizzate durante la migrazione, oltre al fenomeno diffuso del bracconaggio.
Non tutti infatti guardano al mondo alato con uguale sensibilità e c’è ancora chi si diverte a fare il tiro al bersaglio a tali esemplari in volo, anche se protetti dalla legge, o chi per alimentare tradizioni anacronistiche non esita a catturarli e ucciderli alimentando il lucroso giro d’affari che ruota attorno alla caccia.E’ quanto accaduto allo sfortunato Smeriglio (Falco columbarius) impallinato in località Monticchio, nel comune di Massa Lubrense, in giornata di divieto di caccia (con Ordinanza Prefettizia del 15/10/2024 era stato vietato nella provincia di Napoli il trasporto di armi, munizioni ed esplosivo e la sospensione di ogni attività venatoria dal 17 al 20 di ottobre, per motivi di ordine pubblico inerenti allo svolgimento del G7).
“Il fenomeno della caccia senza regole nel nostro territorio è duro a morire – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – Lo smeriglio è il più piccolo rapace diurno europeo prevalentemente migratore, è lungo 24/33 cm con un’apertura alare di 50/67 cm.Nell’Europa medioevale gli smerigli erano utilizzati nella falconeria per catturare piccoli uccelli.E’ una specie che ha subito una riduzione delle sue popolazioni in Italia nella prima metà del Novecento, risentendo particolarmente dell’uso di pesticidi in agricoltura, anche se negli ultimi anni sembra in leggera ripresa.
La sorte di tale rapace segue quella di uno stupendo esemplare di allocco (Strix aluco) rinvenuto impallinato in un terreno agricolo in località Marina della Lobra a Massa Lubrense.Purtroppo quotidianamente di uccelli ne vengono sparati e catturati a decine, con gabbie trappola e reti, per alimentare le richieste di appassionati e collezionisti del mercato illegale di prede da cucinare o, nel caso di esemplari rari, da imbalsamare e rivendere a collezionisti sul mercato clandestino.Di recente a Castellammare di Stabia gli agenti della Polizia Provinciale hanno intercettato un bracconiere intento a catturare e commerciare cardellini in un terreno nei pressi di una scuola.Sulle nostre montagne è pieno di richiami notturni per le quaglie, posizionati spesso dopo aver dato fuoco alla vegetazione, producendo danni incalcolabili che si evidenziano dopo i temporali, quando terreno e pietre non più trattenute dalla vegetazione crollano rovinosamente a valle!
Le accorate segnalazioni e lamentele che pervengono da cittadini ed escursionisti sono tante, ma i controlli sono troppo scarsi, laddove non inesistenti, e per tale motivo le attività venatorie sono esercitate il più delle volte in modo fuorilegge nella certezza dell’impunità.”
Cronaca
Il vescovo Alfano al bengalese aggredito: “Ti chiedo scusa”
Il vescovo Franco Alfano chiede scusa al Bengalese aggredito in Villa Comunale con una lunga lettera.
“ Tante volte, passando per il centro antico della nostra bella e drammatica città, – ha scritto Alfano- vedo altre persone come te ma non so distinguere il paese d’origine: per la mia superficialità o ignoranza sembrate tutti uguali, voi che venite dal lontano Oriente.Ti confesso che spesso mi chiedo come vivete, dove avete trovato alloggio, se avete amici con i quali trascorrere il tempo libero o confidare qualche pena del cuore.Quando però ho avuto la possibilità di parlare con qualche persona della tua terra, o di paesi vicini che continuo purtroppo a confondere, ho scoperto la ricchezza e la profondità di chi è stato costretto a lasciare la sua gente per cercare lavoro in luoghi lontani.Sì, è proprio vero: crediamo di essere così “lontani” che a volte non riusciamo a riconoscere la ricchezza nascosta nella nostra diversità.Lo so che tra di noi ci sono numerosi uomini e donne che ti riconoscono come uno di noi, come un “fratello”.E per questo ti auguro di incontrarne presto qualcuno con cui fare un tratto di strada insieme e non sentirti più solo, additato, estraneo.Se vuoi, puoi bussare anche alla porta di qualcuna delle nostre chiese: stiamo imparando noi cristiani, dal contatto con amici di altre confessioni religiose, a sentirci così come ci insegna il Vangelo tutti figli di un unico Dio e ad amarci concretamente, come un’unica grande famiglia.Per tutti questi motivi e per tanto altro che porto nel cuore e che mi farebbe piacere raccontarti di persona, ora mi devi consentire di chiederti scusa per quello che ti è accaduto.
È brutta la violenza, inaccettabile, indegna di essere umani.
Fa ancora più dolore l’indifferenza dei passanti, il sarcasmo offensivo e brutale di chi sta a guardare soddisfatto la scena come se stesse al cinema, l’anonimato di una città che continua a far brillare le luci notturne senza fermarsi e arrossire dinanzi a episodi così gravi di inciviltà.Carissimo fratello bengalese, spero di abbracciarti presto per farti sentire il calore e l’affetto di tanti che come e più di me sono pronti a volerti bene e, qualcuno con le lacrime agli occhi, anche a chiederti perdono“.
Cronaca
Castellammare, uomo pestato dal branco. Il sindaco alza la voce: “Serve più sicurezza”
<p>Il sindaco Vicinanza alza la voce.Dopo l’ennesima aggressione, come il pestaggio ad opera di un gruppo di ragazzi ai danni di un uomo senza fissa dimora, il primo cittadino di Castellammare di Stabia lancia un appello alle forze dell’ordine per la sicurezza del territorio.
“Quanto accaduto domenica sera in Villa Comunale non ammette scusanti: un atto vile e ingiustificabile da parte di un gruppo che ha agito con la logica del branco.
Questo episodio rappresenta una ferita per tutta la nostra comunità e il simbolo di un’aggressività cieca che va condannata con fermezza.Tuttavia, non è l’unico aspetto inquietante di questa vicenda.Ciò che turba e amareggia maggiormente è l’indifferenza di coloro che hanno assistito alla violenza senza intervenire o chiedere aiuto” ha detto amareggiato il sindaco.
“Alcuni ragazzi hanno persino filmato la scena, partecipando indirettamente a quella che considero una manifestazione di disumanità, qualcosa che non può trovare spazio nella nostra Castellammare.Episodi come questo evidenziano la necessità di garantire maggiore sicurezza e controllo.
Per questo, faccio appello alle autorità competenti affinché assicurino una presenza più incisiva delle forze dell’ordine sul nostro territorio.Non possiamo permettere che la violenza diventi parte della quotidianità”, conclude Luigi Vicinanza, sindaco di Castellammare di Stabia.
Cronaca
Castellammare, uomo senza fissa dimora pestato dal branco sulla cassa armonica
Un uomo senza fissa dimora pestato dal branco.Scene di violenza inaudita in villa comunale a Castellammare di Stabia.
Il teatro dell’aggressione di gruppo è proprio la cassa armonica, al momento transennata perché pericolante.Proprio nel recinto almeno 6 ragazzi, forse minorenni, hanno aggredito l’uomo.
Ci sarebbe anche un video a testimonianza del pestaggio.Non sono ancora chiari i motivi dell’aggressione, fatto sta che ieri sera è intervenuta la polizia del commissariato di Castellammare di Stabia.
E’ scattata l’inchiesta per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare gli autori del pestaggio, per fortuna senza gravi conseguenze per l’uomo senza fissa dimora, che sarebbe riuscito a sfuggire alla furia del branco.L’aggressione di domenica sera è solo l’ultima in ordine di tempo.
Sul finire della stagione estiva un’altra aggressione, un litigio tra donne, aveva seminato il panico a pochi passi dalla cassa armonica.Qualche giorno dopo una mega rissa, questa volta con protagonisti i rampolli di famiglie malavitose, nei pressi di un noto locale di via De Gasperi.
E’ sempre più allarme sicurezza a Castellammare di Stabia.
Alberto Cimmino
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