Attualità
Castellammare, nei guai pescereccio in navigazione nelle acque stabiesi per assunzioni irregolari

Il personale della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia diretta dal Comandante Andrea PELLEGRINO, sotto il coordinamento della Direzione marittima di Napoli, continua a operare con i propri mezzi navali lungo il litorale di giurisdizione che si estende da Torre Annunziata alla località di Tordigliano/Chiosse del Comune di Vico Equense verso il golfo di Salerno.In quest’occasione i militari hanno passato al setaccio diverse unità da pesca in navigazione nelle acque del litorale stabiese o all’ormeggio nel sorgitore di Castellammare di Stabia.
In particolare i militari hanno effettuato una serie di controlli a bordo di diversi pescherecci in materia di rispetto della tabella di armamento, prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e della sicurezza alimentare.E’ emerso che il comandante/armatore dell’unità da pesca si è reso responsabile della violazione dell’articolo 172 bis del Codice della Navigazione (punito dall’articolo 1178 del C.N.) per l’irregolare assunzione di personale, omessa annotazione sul ruolo o ruolino (arruolamento di persona non appartenente alla gente di mare, senza contratto, senza visita medica preventiva, senza visita biennale per imbarco su navi mercantili, imbarco sbarco di membro dell’equipaggio senza annotazione al ruolo/ruolino).
Nel dettaglio l’unita si recava alla banchina Marinella nel porto di Castellammare di Stabia e al controllo presentava irregolarità prontamente sanzionate in via amministrativa.
Attualità
Juve Stabia al San Leonardo per consegnare uova di Pasqua donate dalla Curva Sud

Solidarietà di Pasqua.Questa mattina, una delegazione della Juve Stabia composta da Alberto Gerbo, Andrea Adorante, Fabio Maistro e Kristjan Matosevic ha fatto visita ai bambini ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale San Leonardo.
Ad accogliere la delegazione della Juve Stabia è stato Roberto Cinelli (primario del reparto di Pediatria) insieme a tutto lo staff della direzione sanitaria del nosocomio di Castellammare di Stabia.I quattro calciatori hanno consegnato le uova di cioccolata, donate dalla Curva Sud, ai piccoli pazienti, ricevendo grande affetto.
Attualità
Giovedì Santo in salsa stabiese, tra zuppa di cozze e giro delle 7 chiese. Ecco il percorso tra fede e tradizione

Il giovedì Santo stabiese, tra zuppa di cozze e giro delle 7 chiese.Il triduo pasquale si avvicina e anche gli eventi che si mescolano tra fede e tradizione.
A Castellammare di Stabia, nel giorno in cui si chiude la Quaresima, si è soliti dare vita al più classico “Giro delle 7 chiese”, una tradizione anche napoletana ma che è ancora in voga anche nella capitale.Nella città stabiese significa pellegrinare per le chiese del centro antico. Un evento che ritorna in via ufficiale, frutto della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Luigi Vicinanza, e l’Arcidiocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, i parroci, le confraternite e le associazioni stabiesi Post Fata Resurgo e Comitato Borgo Antico di Stabia.
Dalle ore 20:30 alle ore 23:00 sarà possibile attraversare il centro antico ed entrare per un momento di preghiera e raccoglimento nelle sette chiese disseminate lungo il percorso: dalla Concattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello fino alla Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, passando per la Confraternita del SS. Crocifisso e Anime Sante del Purgatorio, la Chiesa di Gesù e Maria, la Chiesa di San Bartolomeo, la Chiesa di Santa Caterina e la Chiesa dello Spirito Santo.
C’è poi un’usanza, anche napoletana e importata a Castellammare, che poco centra con le iniziative religiose: la famosa zuppa di cozze. I ristoranti della città, tra l’Acqua della Madonna e lungomare, preparano per i clienti un gustoso piatto o con solo cozze oppure con tutti i frutti di mare. Un percorso tra fede e tradizione che vale la pena intraprendere.
Attualità
Si alza il sipario sulla mostra “Essere donna a Pompei”
Appuntamento fino al 31 gennaio 2026 alla Palestra Grande di Pompei

Essere donna: un’affermazione, ma anche un interrogativo che trova risposte diverse a seconda del momento e del contesto, non da meno nell’antica Pompei.La scoperta delle condizioni di vita delle donne e bambine, dei numerosi aspetti della vita quotidiana e della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana e ancor più in una città campana quale Pompei, è il filo conduttore della mostra “Essere donna nell’antica Pompei” – dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026 presso la Palestra grande degli scavi – a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.Con il suo straordinario stato di conservazione Pompei si pone come osservatorio privilegiato.La documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare il ruolo della donna nella società romana, argomento che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze.
Ma soprattutto a Pompei si può cogliere la presenza non solo di coloro che appartenevano ai vertici della società, ma anche di quella folla indistinta di persone “comuni” a cui è stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con la quale l’attuale esposizione si pone in continuità.Un percorso di 8 sezioni nel quale attraverso affreschi, ritratti privati e funerari, graffiti, iscrizioni ed oggetti d’uso sono documentate le diverse categorie femminili: matrone, liberte, schiave; nelle varie fasi della vita: nascita, infanzia, matrimonio, maternità, morte; e nei diversi ruoli che svolgevano nella società: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, in cui erano impegnate le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri di ogni genere esercitati da libere e schiave (filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute ecc.).Nella prima sala il pubblico è accolto da nomi e volti di donne, come per dare voce alla loro individualità.Inizia, poi, il racconto che illustra, grazie al supporto di eccezionali testimonianze materiali – statue, affreschi, iscrizioni, graffiti e manufatti d’ogni genere – le donne di Pompei.
Nelle prime sale sono illustrati gli aspetti principali della vita privata, che per una matrona comprendeva la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero.Ampio spazio è poi riservato alla vita pubblica e lavorativa delle donne.Si stima cha a Pompei lavoravano fino a 100 donne nella prostituzione, molte costrette perché in schiavitù, ma non tutte.Le donne di si occupavano anche di attività di grande prestigio, con importanti ricadute sociali, come emerge nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti dove sono raccontati ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.
Le ultime tracce del loro passaggio nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro.Il percorso si chiude con un salto nella contemporaneità che da un lato presenta i profili di alcune figure di donne che hanno dato il loro contributo alla scoperta e alla conoscenza di Pompei (Carolina Bonaparte, Wilhelmina Jashemski, Tatiana Warsher, Olga Elia), dall’altro offre ai visitatori una selezione di spezzoni cinematografici dedicati all’immagine femminile, tratti dal grande cinema d’ambientazione ispirato all’antichità romana e in particolare a Pompei.Il contesto del Parco Archeologico di Pompei permette poi di ampliare l’esperienza della mostra, trasformandola in una vera e propria visita tematica.Il percorso espositivo, infatti, non si esaurisce all’interno della Palestra Grande, ma propone collegamenti con una serie di edifici significativi per comprendere la condizione femminile all’interno del sito archeologico.
Questi edifici segnalati lungo il percorso espositivo, permettono di creare un’esperienza immersiva e interattiva per i visitatori.Ulteriore elemento immersivo è dato dall’integrazione di podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di diverse donne realmente vissute nella città di Pompei
È possibile approfondire la storia di 8 donne e dunque incontrare Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera; di nuovo Eumachia presso l’omonimo edificio nel Foro; Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano; Asellina al Termopolio di Asellina; Giulia Felice nei Praedia di Giulia Felice; Eutychis nel quartiere servile della Casa dei Vettii; Amaryllis presso la Casa di Marco Terenzio Eudosso. È inoltre visibile la ricostruzione di un telaio verticale, legato ad una delle attività femminili per eccellenza, nella Casa della Venere in Conchiglia.L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione non solo storica, ma anche attuale.Maggiori info su: https://pompeiisites.org/mostre/essere-donna-nellantica-pompei/
A partire dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie – nell’ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP – si terranno una serie di letture e performance artistiche dedicate alle Donne protagoniste della mostra.
La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno
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