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La Neapoli Orkestra incanta il rione San Marco

Successo per lo spettacolo organizzato dal Comitato di Quartiere San Marco

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San marco

Si è svolto ieri sera lo spettacolo del gruppo musicale Neapoli Orkestra, svoltosi sul sagrato della chiesa San Marco Evangelista alla presenza di un buon numero di spettatori che hanno assistito allo svolgersi dello spettacolo divertendosi, partecipando ed applaudendo gli artisti musicisti e cantanti del gruppo.Lo spettacolo è stato organizzato dal Comitato di Quartiere San Marco, con il patrocinio economico e finanziario dell’amministrazione comunale .

Hanno assistito all’esibizione il Sindaco, l’assessora Nunzia Acanfora, il consigliere Alessandro Langellotti, inoltre è passato per un saluto l’on Gaetano Amato.Soddisfatti gli organizzatori del comitato “Ringraziamo- dice Bartolo Varone –  tutti ed in particolar modo il nostro parroco don Franco della parrocchia San Marco  per la concessione e disponibilità dimostrata verso i cittadini, parrocchiani ed il comitato stesso”


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A te Castellammare , Buona Pasqua 2025

Gli auguri alla città ferita di don Salvatore Abagnale

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San marco

A te, Castellammare.Buona Pasqua 2025

A te, città ferita.

A te che da giorni porti sul volto i segni del pianto, della paura, del silenzio che segue le sirene.A te, che oggi ti senti piccola, nuda, fragile.

A te, Castellammare mia, che hai visto la tua gente precipitare non solo da un’altezza, ma da una fiducia, da una normalità improvvisamente spezzata.Pasqua arriva anche qui.

E non come una festa leggera o ingenua.Pasqua arriva nel cuore della tua ferita, con la forza di una speranza che non si compra, che non si inventa, che non si impone.

Arriva come arrivava Gesù: entrando nelle case del dolore, non evitando la croce, ma attraversandola.Le famiglie che hanno perso i loro cari nella tragedia della funivia sono il volto più struggente di questo Venerdì Santo collettivo.

A loro va l’abbraccio più profondo.A loro diciamo con pudore che non sono soli, che il dolore non resterà orfano, che la morte non ha l’ultima parola.

Il teologo Hans Urs von Balthasar scriveva: “Nel Sabato Santo, Dio tace.Ma è il silenzio dell’Amore che è sceso negli abissi.

Un amore che non si è tirato indietro davanti a nulla.”
Ecco la nostra Pasqua: un Dio che non spiega il dolore, ma lo abita.Che non fugge il sepolcro, ma lo illumina.

Che non si vendica del male, ma lo trasforma.

È questa la speranza che ci tiene in piedi, che ci fa rialzare anche quando tutto sembra perso.
È la speranza di chi ha visto il sepolcro vuoto, ma ha soprattutto sentito il proprio nome pronunciato con amore.Come Maria di Magdala, anche noi possiamo oggi correre, piangere, gridare… ma poi fermarci e ascoltare una voce che ci chiama: “Castellammare!”.

E capire che la Vita è ancora qui.Che l’Amore è risorto.

A te, città mia, auguro una Pasqua vera.Non perfetta, ma vera.

Una Pasqua che consola, che tiene per mano, che non fa finta di niente ma annuncia tutto.Una Pasqua che profuma di resurrezione anche se le pietre sono ancora bagnate di lacrime.

Che ogni famiglia trovi abbracci sinceri.Che ogni ferita sia accarezzata.

Che ogni uomo e ogni donna riscopra che è possibile ricominciare.Che la speranza torni a circolare come ossigeno buono tra le strade e i vicoli, nei condomini e negli ospedali, tra i pescatori e i bambini, nei bar e nelle chiese, nei palazzi e nelle piazze.

“La Resurrezione – diceva Emmanuel Lévinas – è la vittoria della prossimità sull’indifferenza.”
E allora oggi, più che mai, Vicini.

Uniti.Fratelli.

Stabiesi.Con la testa china davanti al dolore.

Ma con il cuore rivolto al cielo.Buona Pasqua, Castellammare.

Che sia una Pasqua di luce ostinata.Di fede viva.

Di vita che ricomincia.Don Salvatore Abagnale


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Attualità

Calvario di Faito, la lettera di Don Catello Malafronte. Lunedì messa in suffragio delle vittime

Fedeli in raccolta al Santuario di San Michele Arcangelo di Faito

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San marco

Cari amici,

ho atteso qualche giorno prima di trovare la forza di scrivere.Il dolore per quanto accaduto è immenso.

Ci sono eventi che lasciano senza fiato, senza parole.La tragedia della funivia del Faito ha colpito duramente la nostra comunità: quattro giovani vite spezzate e un’altra combatte in ospedale, famiglie immerse in un dolore che nessuno dovrebbe mai conoscere.Come comunità ci uniamo nel silenzio, nella preghiera e nella vicinanza ai familiari delle vittime.Siamo anche vicini alle persone, soprattutto ai bambini, che hanno potuto riabbracciare i loro cari e al personale EAV. È un tempo buio e lo sentiamo tutti.

Ieri, venerdì santo, il giorno in cui come credenti contempliamo nel silenzio l’Amore di Dio Crocifisso, al Faito si respirava l’aria del Calvario: un dolore immenso, uno smarrimento simile a quello dei discepoli di Emmaus che di ritorno da Gerusalemme, avvolti dalla tristezza per la morte del Maestro, discutevano tra loro:” Com’è stato possibile?

Come mai?”.

Anche noi, come i due discepoli, abbiamo bisogno che Qualcuno ci spieghi il senso nascosto delle cose, che ci indichi “ l’Oltre e l’Altro ” di ciò che accaduto, il perché di questa tragedia e della morte di persone venute da lontano perché amanti della bellezza della nostra montagna, del nostro territorio che si stava incamminando verso un futuro pieno di speranza, grazie anche all’impegno di istituzioni e soggetti coinvolti a vari livelli.

Eppure, con il cuore lacerato dal dolore e con le lacrime agli occhi, in questo sabato santo, durante la veglia pasquale, la Chiesa infonde in ciascuno di noi la speranza che “il nuovo sta già nascendo” e ci fa gridare: “Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro.Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia”(Preconio Pasquale).

In questa “notte” Cristo passa tra noi vincendo la morte e ci dona la certa Speranza “che il giorno nuovo sarà fonte di luce”.

Cristo ha vinto il peccato e la morte; Cristo nostra Speranza è vivo e chiede tutti, nessuno escluso, operatori di Speranza e di novità, gettando via il lievito vecchio dell’individualismo, della mormorazione, del giudizio, della lamentela, dello scoraggiamento e del pregiudizio.Dobbiamo diventare tutti protagonisti della nostra storia umana, sociale, religiosa ed economica.

E questo è possibile se diventiamo una vera ed autentica Comunità che condivide gioie e dolori, fatiche e speranze!

Allora, facciamo nostro l’invito del nostro Vescovo Mons.Francesco Alfano e impegniamoci a ritrovare “il sentiero della Speranza”.

Un sentiero che ha il volto delcamminare insieme nella fede, della Comunità, della corresponsabilità, della cura della nostra montagna, della laboriosità, dell’accoglienza gioiosa degli ospiti, della cura dell’ambiente e delle cose fatte ed hanno il sapore del buono.In altre parole, dobbiamo organizzare la Speranza!E questo è possibile se riusciamo a lavorare tutti insieme: istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni e singoli cittadini.E’ un cammino difficile, lungo, ma entusiasmante e realizzabile!

In questa Pasqua del Signore, come le donne del Vangelo, annunciamo a tutti: Cristo è Risorto, è vivo, è in mezzo a noi, cammina con noi.

E’ lui che ha vinto!…Egli ci porta la luce che illumina il buio delle nostre incertezze e dei nostri limiti anche in una tragedia come quella che è accaduta.

Non siamo soli!

Con il cuore aperto alla Speranza, lunedì dell’Angelo, 21 aprile p.v.alle ore 12:00, presso il Santuario di San Michele celebrerò la Santa Messa in suffragio delle anime delle vittime.

Sarà un momento di preghiera, di silenzio, di affidamento e di riflessione.

Sono certo che uniti nella fede operosa e nella sicura speranza supereremo questo grande momento di prova.San Michele Arcangelo ci guiderà e proteggerà in questo nuovo tempo.

Monte Faito, Pasqua di Risurrezione 2025

Don Catello Malafronte


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Cronaca

Faito, l’Eav lascia a piedi i turisti

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San marco

A Faito si riprova a trovare un po’ di normalità dopo la tragedia della Funivia di giovedì 17 Aprile che è costata la vita a quattro persone.Stamattina, con il sole che fa capolino tra le nuvole, in montagna si sono visti turisti.

Alcuni forse già li da qualche giorno, altri arrivati attraverso i sentieri.Stranieri per lo più che guardandosi intorno nel piazzale Eav chiedevano dei bus .

Bus che però non si sono visti .In un momento così complicato per la montagna il piazzale questa mattina appariva deserto di mezzi dell’Eav .


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