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A te Castellammare , Buona Pasqua 2025
Gli auguri alla città ferita di don Salvatore Abagnale
A te, Castellammare.Buona Pasqua 2025
A te, città ferita.
A te che da giorni porti sul volto i segni del pianto, della paura, del silenzio che segue le sirene.A te, che oggi ti senti piccola, nuda, fragile.
A te, Castellammare mia, che hai visto la tua gente precipitare non solo da un’altezza, ma da una fiducia, da una normalità improvvisamente spezzata.Pasqua arriva anche qui.
E non come una festa leggera o ingenua.Pasqua arriva nel cuore della tua ferita, con la forza di una speranza che non si compra, che non si inventa, che non si impone.
Arriva come arrivava Gesù: entrando nelle case del dolore, non evitando la croce, ma attraversandola.Le famiglie che hanno perso i loro cari nella tragedia della funivia sono il volto più struggente di questo Venerdì Santo collettivo.
A loro va l’abbraccio più profondo.A loro diciamo con pudore che non sono soli, che il dolore non resterà orfano, che la morte non ha l’ultima parola.
Il teologo Hans Urs von Balthasar scriveva: “Nel Sabato Santo, Dio tace.Ma è il silenzio dell’Amore che è sceso negli abissi.
Un amore che non si è tirato indietro davanti a nulla.”
Ecco la nostra Pasqua: un Dio che non spiega il dolore, ma lo abita.Che non fugge il sepolcro, ma lo illumina.
Che non si vendica del male, ma lo trasforma.
È questa la speranza che ci tiene in piedi, che ci fa rialzare anche quando tutto sembra perso.
È la speranza di chi ha visto il sepolcro vuoto, ma ha soprattutto sentito il proprio nome pronunciato con amore.Come Maria di Magdala, anche noi possiamo oggi correre, piangere, gridare… ma poi fermarci e ascoltare una voce che ci chiama: “Castellammare!”.
E capire che la Vita è ancora qui.Che l’Amore è risorto.
A te, città mia, auguro una Pasqua vera.Non perfetta, ma vera.
Una Pasqua che consola, che tiene per mano, che non fa finta di niente ma annuncia tutto.Una Pasqua che profuma di resurrezione anche se le pietre sono ancora bagnate di lacrime.
Che ogni famiglia trovi abbracci sinceri.Che ogni ferita sia accarezzata.
Che ogni uomo e ogni donna riscopra che è possibile ricominciare.Che la speranza torni a circolare come ossigeno buono tra le strade e i vicoli, nei condomini e negli ospedali, tra i pescatori e i bambini, nei bar e nelle chiese, nei palazzi e nelle piazze.
“La Resurrezione – diceva Emmanuel Lévinas – è la vittoria della prossimità sull’indifferenza.”
E allora oggi, più che mai, Vicini.
Uniti.Fratelli.
Stabiesi.Con la testa china davanti al dolore.
Ma con il cuore rivolto al cielo.Buona Pasqua, Castellammare.
Che sia una Pasqua di luce ostinata.Di fede viva.
Di vita che ricomincia.Don Salvatore Abagnale
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