Cronaca
La politica unita per salvare la Meridbulloni, il 2 gennaio tavolo al Mise
Castellammare di Stabia. Si è svolta quest’oggi una videoconferenza con sindacati, capigruppo consiliari, regionali e parlamentari, sulla vertenza Meridbulloni, voluta dal Sindaco Gaetano Cimmino che ha parlato di «Un momento storico di confronto partito dal territorio.E’ fondamentale, infatti, unire le forze per scongiurare in ogni modo la chiusura della realtà produttiva di Castellammare di Stabia e salvaguardare quasi cento famiglie. Siamo in una fase molto delicata e importante: le istituzioni, le forze politiche e le liste civiche sono vicine ai lavoratori che si trovano da giorni in sit-in fuori alla fabbrica di corso Alcide De Gasperi – dice il primo cittadino con una nota – Amministrazione e forze politiche tutte di Castellammare hanno ritenuto di voler condividere un percorso per porre in essere azioni a protezione di cento lavoratori messi alla porta senza preavviso né altre comunicazioni».
Intanto è previsto un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico il 2 Gennaio. Il mise incontrerà prima i sindacati e poi proverà a dialogare con l’impresa dopo già un primo approccio nei giorni scorsi. Anche la Regione Campania ha dato la sua disponibilità convocando i vertici del Gruppo Fontana già ascoltati in Prefettura dove hanno manifestato l’intenzione di lasciare Castellammare di Stabia per un calo del fatturato del 35% e per la chiusura di uno dei maggiori clienti del gruppo. Il caso è già finito in Parlamento con interrogazioni in parlamentarlamento a firma di Valeria Valente del Pd e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia che ha coinvolto diversi deputati del comprensorio. Da Lello Vitiello per Italia Viva, Carmen Di Lauro per il Movimento 5 Stelle, Luigi Saiello M5S, Annarita Patriarca di Forza Italia, diversi gli esponenti politici in regione Campania e in Parlamento hanno espresso la loro vicinanza alle maestranze accogliendo le loro istanze. «Importante la sinergia tra tutte le forze politiche presenti sul territorio sulla triste vicenda Meridbulloni». Sono le parole della deputata stabiese del M5S Carmen Di Lauro al termine di videoconferenza con sindacati dell’azienda, capigruppo consiliari, regionali e parlamentari svoltasi nel pomeriggio di oggi. «E’ importante scongiurare il trasferimento al nord delle maestranze stabiesi che con caparbietà, impegno e dedizione, hanno dimostrato di dare tanto all’azienda. La chiusura della fabbrica rappresenta un’altro schiaffo al Sud già alle prese con una pesante crisi economica e di conseguenza anche sociale. È fondamentale passare dalle parole ai fatti, per questo abbiamo interpellato il Ministero dello Sviluppo Economico che ha accolto la causa e si è reso disponibile a confrontarsi con l’azienda e a trovare una soluzione per il futuro degli oltre 80 operai che mi auguro – conclude – restino in Campania». Per il Sindaco Gaetano Cimmino è «Necessario un tavolo permanente di confronto con l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Marchiello, che ho sentito poche ore fa e che è impegnato anche nella vicenda Whirlpool di Napoli, con le parti sociali e con la proprietà per avviare un discorso in merito ad un processo di ammodernamento della fabbrica ed investire quindi il Mise. Voglio ricordare ancora una volta che se l’azienda vive un momento di solidità, a differenza di tante altre realtà colpite dall’emergenza sanitaria, è merito della capacità e della perseveranza degli operai e dei dirigenti che hanno sempre portato a casa grandi risultati». «Non possiamo – dicono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello e Luigi Cirillo e la deputata M5S Teresa Manzo– consentire il trasferimento dei lavoratori Meridbulloni da Castellammare a Torino. Ne va del destino di oltre 80 famiglie, senza contare l’indotto. Abbiamo interessato fin da subito della vertenza il ministero dello Sviluppo Economico, con il quale siamo al lavoro da settimane per impedire che si metta la parola fine a un sito importante nel tessuto produttivo del territorio stabiese e dell’intera regione». L’obiettivo è quello di evitare il trasferimento nello stabilimento di Torino e, se delocalizzare, farlo in Campania. Emidav
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