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Cronaca

Tre tartarughe ritrovano la libertà al largo di Punta Campanella  

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Tartarughe

Salvate nei mesi scorsi dallo staff dell’Area Marina Protetta, dal Centro Tartarughe della Stazione zoologica Dohrn e dai pescatori. Rimesse in mare a Massa Lubrense.  

Hanno riconquistato la libertà nello splendido mare al largo di Punta Campanella. Tre tartarughe marine sono state rimesse in mare oggi pomeriggio dallo staff dell’Area Marina Protetta, del Centro Ricerca tartarughe marine della Stazione Zoologica A.Dohrn e da volontari dell’Enpa Salerno, molto attivi nel recupero e salvataggio delle Caretta caretta. Presenti anche la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia e di Massa Lubrense, il nucleo operativo navale della Guardia di Finanza di Salerno e il Presidente del Parco Marino, Lucio Cacace. I tre esemplari di Caretta caretta, hanno vissuto storie diverse. Tutte e 3 con lieto fine, grazie alla sensibilità dei pescatori che le hanno ritrovate e al coordinamento regionale che da anni salva e tutela la specie in Campania. La femmina Eleonora, un sub adulto di 60 centimetri di carapace per 30 chili di peso, ha fatto un lungo viaggio prima di finire sfortunatamente in una rete da pesca al largo del Golfo di Salerno e recuperata dal pescatore Antonio De Mai. Era stata già salvata nell’estate del 2018 in Toscana, nel mare delle Secche della Meloria a Livorno. Curata all’Acquario di Grosseto, era stata rimessa in mare nel luglio del 2019 con un trasmettitore satellitare sul carapace. Le sue tracce si erano perse circa un mese dopo, nella zona del Golfo di Gaeta a centinaia di chilometri di distanza. Poi, la disavventura nei primi giorni del 2021, quando i pescatori salernitani l’avevano recuperata nella rete e segnalata allo staff dell’Amp Punta Campanella. Sul carapace è stato montato un nuovo trasmettitore satellitare per seguirla negli spostamenti in collaborazione con il professore Paolo Luschi dell’Università di Pisa. Sempre i pescatori salernitani avevano recuperato, il 21 gennaio scorso, il maschio chiamato D10S, in onore di Maradona, così come viene chiamato il pescatore Luigi Guida che l’ha salvato. È un esemplare di 80 centimetri di carapace e oltre 50kg di peso. Entrambe le Caretta caretta, tranne qualche piccola ferita causata dagli attrezzi da pesca e un inizio di embolia per la rapida risalita in superficie, sono subito apparse in buone condizioni di salute. E, dopo un mese circa, si sono dimostrate pronte per riprendere il loro viaggio in mare. La terza tartaruga liberata oggi ha, invece, una storia un po più travagliata. È stata salvata in estate a Marina di Camerota in gravi condizioni a causa di un amo conficcato in gola. Vittima di una Fad ( Fishing Agregating Device), il sistema di pesca illegale che inquina e uccide nel Mediterraneo. Si tratta di trappole create per attrarre molti pesci in una zona limitata di mare. Inquinano l’habitat marino con tonnellate di plastica e sono letali anche per animali come le tartarughe. Dopo una complessa operazione e molti mesi di riabilitazione, anche Micheleamma’, questo il nome della sfortunata tartaruga, ha finalmente riconquistato la libertà nel mare di Massa Lubrense. Secondo gli esperti, di solito è preferibile rilasciare le tartarughe in mare verso primavera, quando la temperatura dell’acqua è più mite. Ma le buone condizioni degli animali e il fatto che nel centro di cura di Portici ci siano diversi adulti in età fertile ha determinato la scelta di liberarle già ora. A breve saranno rimesse in mare un altro maschio e una femmina adulta. Tra un po’ comincerà il periodo dell’accoppiamento. La speranza è che le tartarughe possano contribuire già quest’estate alle nidificazioni lungo le coste campane. I numeri dei nidi nella regione, soprattutto nella zona del Cilento, sono in costante crescita da tempo. L’anno scorso si è registrato il record assoluto con ben 32 nidificazioni. Una vera e propria nursery per la specie. Volontari, enti, associazioni, si occupano da anni della tutela delle Caretta caretta in Campania. Un coordinamento che vede la partecipazione dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, dell’Enpa Salerno, del Museo del Mare di Pioppi-Legambiente, di Naturart, con la supervisione del Centro Ricerca Tartarughe Marine della Stazione zoologica A.Dohrn.   “Stiamo lavorando, in sinergia con la Regione, per cercare di riaprire un Centro di primo soccorso per tartarughe marine a Massa Lubrense- dichiara il Presidente dell’Amp Punta Campanella, Lucio Cacace- Una struttura dove prestare le prime cure ma non solo. Anche un punto di riferimento per progetti di tutela, sensibilizzazione ed educazione ambientale sul territorio. Il Parco Marino della costiera sorrentino-amalfitana ha salvato circa 170 tartarughe in oltre 10 anni di attività nel campo della tutela delle Caretta caretta- conclude Cacace- Un risultato importante per la salvaguardia della specie e raggiunto grazie alla grande collaborazione dei pescatori, soprattutto quelli di Salerno, e del network regionale coordinato dalla Stazione zoologica Dohrn.”


Cronaca

Pompei, voli panoramici senza autorizzazione

Sotto sequestro 8 elicotteri

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Sono otto gli elicotteri posti sotto sequestro ad una ditta di Pompei perché volavano senza autorizzazione.A finire nei guai è la Rotortech s.r.l

Le indagini hanno consentito di accertare che gli indagati, fino al novembre 2024, nel Comune di Pompei, hanno svolto attività di air-taxi, voli panoramici e lancio di oggetti in volo in assenza di qualsiasi titolo autorizzativo. In particolare, i reati per cui si procede sono quelli di cui ai seguenti articoli del Codice della Navigazione ovvero effettuazione di un’attività di volo con fini commerciali in assenza del certificato di operatore aereo rilasciato alla società organizzatrice e della licenza di esercizio, impiego, per fini di lucro, di aeromobili non abilitati alla navigazione aerea, impiego abusivo di aeromobili a scopo di profitto, assunzione del comando di aeromobili da parte di soggetto munito soltanto della licenza aeronautica di pilota privato e della relativa abilitazione, e non della prescritta abilitazione professionale, sorvolo del centro abitato di Pompei, al di sopra di un assembramento di persone, senza l’osservanza delle prescrizioni del regolamento, nonché lancio, fuori dall’aeromobile in volo, di petali di rose, al termine della cerimonia religiosa di un matrimonio, fuori del caso di necessità e senza l’autorizzazione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.


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Disastro Funivia , De Luca incontra i familiari del solo superstite

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Vincenzo De Luca ha incontrato all’Ospedale del Mare i familiari di Thabeet Suleiman, il 23enne rimasto gravemente ferito nella tragedia del monte Faito.
“Siamo vicini alle famiglie delle vittime, e a quella di un giovane che ancora non può essere dichiarato fuori pericolo ma che sta ricevendo il massimo dell’assistenza e delle cure necessarie.Abbiamo confermato, – dice De Luca- insieme al cordoglio e alla vicinanza, che la Regione si farà carico di tutto quanto si rende urgente e indispensabile per l’assistenza alle stesse famiglie.

Abbiamo confermato, inoltre, non appena sarà possibile e terminate le procedure giudiziarie in corso, che la Regione garantirà le spese necessarie per il rimpatrio della salma di Janan Suleiman, la giovane sorella di Thabeet”.


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Cronaca

Funivia, le 5 ipotesi sulle cause del disastro. Domani le autopsie

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Un nuovo sopralluogo nel dirupo della morte, poi le autopsie.Proseguono spedite le indagini sul disastro della funivia del Faito.Sul caso indaga la squadra mobile di Napoli e il commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, coordinati da un pool di magistrati con a capo il procuratore Nunzio Fragliasso, l’aggiunto Giovanni Cilenti e i pm titolari dell’inchiesta Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio.Sono diverse le piste a cui si sta lavorando, anche se dalla procura oplontina non trapelano particolari, trattandosi di un’indagine molto complessa e che si annuncia anche piuttosto lunga, a giudicare anche dai precedenti del Mottarone.

LE IPOTESI

Sono cinque le ipotesi che i tecnici mettono sul tavolo.

La prima: impatto sul sostegno 3 per vento e retrocessione.Poi: scavallamento della fune portante dal sostegno 3 e rottura della fune traente.E ancora: uscita traente da pulegge contrappeso e successiva rottura, con vettura 2 che si trascina a valle un ramo di traente superiore.Infine: rottura della testa fusa vettura 2 e mancato intervento dei freni o chiusura parziale dei freni con conseguente fusione dei ferodi e perdita di presa.

L’INCHIESTA

Tra queste ipotesi la Procura sta lavorando senza sosta, con una piccola pausa solo per il periodo pasquale.

Infatti, domani sarà la volta delle autopsie.Si partirà dalle ore 13 presso l’obitorio del Cimitero di Castellammare di Stabia.Anche se si tratterà prettamente di un esame esterno viste le condizioni in cui sono stati ritrovati i corpi dai soccorritori.

QUATTRO INDAGATI

La Procura di Torre Annunziata, in vista dell’esame autoptico sulle salme delle quattro vittime del disastro della funivia del Monte Faito, previsto per domani, ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati: si tratta di dirigenti e dipendenti dell’Eav, l’ente gestore gestore dell’impianto dove giovedì scorso si è verificata la tragedia.Gli indagati sono Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia) Pasquale Sposito (direttore generale), Giancarlo Gattuso e Pasquale di Pace, entrambi dipendenti dell’Ente Autonomo Volturno.

Tutti gli indagati avranno la possibilità di nominare un perito di parte.


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