Cronaca
Affidamenti diretti, bufera tra il dirigente del comune, Scala e Iovino: «Noi minacciati.Lo aspettiamo in tribunale»

Castellammare di Stabia. «Non intendo ulteriormente tollerare questi vili comportamenti e questi toni e contenuti allusivi, che screditano pubblicamente la mia professionalità, e che respingo ai mittenti. Pertanto, non potendo consentire oltremodo a chicchessia di danneggiare la mia immagine, adirò le vie legali a tutela dei miei diritti». Lo dice Giuseppe Terracciano, Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Castellammare di Stabia che in un lungo comunicato (diffuso dai portavoce del Sindaco ndr) più politico che tecnico ha attaccato i consiglieri comunali di opposizione, minacciandoli di querela, dopo una serie di note stampa sugli ultimi affidamenti diretti sotto soglia e per un totale di 200mila euro circa.
La risposta dei consiglieri Iovino (PD) e Scala (LeU) che hanno parlato di «minacce» non si è fatta attendere. «Siamo alle minacce. Le solite minacce che provano a tappare la bocca a chi denuncia l’inopportunità di scelte, sì previste dalle norme, ma inopportune – scrivono in una nota – Lo ripeteremo fino all’infinito! La norma la conosciamo e bene, tanto è vero che nel comunicato scriviamo “Un giochino ineccepibile proceduralmente”, il problema è l’opportunità, ma chi risponde forse non conosce la lingua italiana oppure non ha ben chiaro cosa sia l’opportunità. Lo aspettiamo in tribunale, sarà il giudice a dare una lezione d’italiano ad un dirigente che al posto di fare il dirigente scrive un comunicato politico. Comprendiamo il nervosismo, ma quando le procedure sono corrette, tutto è lineare e fatto alla luce del sole, perché innervosirsi così tanto? Fa male alla salute!
La gravità del comunicato non è solo la minaccia, quella un po’ il caldo, un po’ la preoccupazione è nelle cose. Chi minaccia lo fa perché solo quello sa fare? Lo fa per una questione culturale non consona per chi ha un ruolo così importante? Noooo… non è questo il caso. Lo fa solo perché è preoccupato: e ci sta! La gravità però, sta nel fatto che un tecnico, prima volta nella storia amministrativa di questa città, interviene con un comunicato tutto politico da consigliere o capogruppo aggiunto ai 24 consiglieri più uno ovvero il Sindaco. Ne prendiamo atto e non ci indigniamo, ci facciamo solo una crassa risata. Un’ultima cosa, sia sotto l’aspetto linguistico che nella vita non giochiamo a carte, quanto più ad un gioco vietato dalla legge come quello delle tre carte. Avendo scritto, l’estensore del comunicato politico, “bari delle tre carte”, presupponiamo che lo scrivente, per scriverlo, scusate il gioco di parole, lo conosca e bene. Perché diciamo questo? Altrimenti avrebbe di sicuro usato altra espressione più consona al ruolo che riveste. Detto ciò gli chiediamo un po’ del suo tempo prezioso rivolgendogli una domanda: ci potrebbe rendere edotti su un gioco che non appartiene al nostro costume? Vorremmo conoscere le regole che, come già detto più per una questione tutta culturale, non conosciamo. Lo ringraziamo anticipatamente delle delucidazioni che ci darà, così, imparando, potremo ammazzare il tempo nell’attesa del processo che ci sarà». emidav

Cronaca
Morì senza ricovero, giustizia per Schiavone: condannato il medico

La morte di Vincenzo Schiavone fu dovuta ad un’imperizia. È arrivata a distanza di più di 4 anni la condanna per il medico che dimise dall’ospedale il sindacalista e lavoratore della nettezza urbana che morì a causa di un infarto dopo essersi recato al San Leonardo.
Una vittoria per la famiglia: “Giustizia e verità è stata fatta su una morte assurda – si legge nel messaggio diffuso dai familiari di Schiavone – La famiglia fin dal primo momento parlò di imperizia, imprudenza, negligenza. Dati che emersero anche dalla relazione autoptica che fu predisposta dal Tribunale di Torre Annunziata.
Quella di Vincenzo fu un’odissea finita male. La famiglia da sempre unita nel ricordo del sindacalista esprime soddisfazione anche se nessuna sentenza potrà più restituire indietro l’amato Vincenzo, resosi protagonista di tante battaglie in città per i lavoratori”.
Cronaca
Emergenza criminalità a Castellammare: sfonda la vetrina di un negozio, ferito si dà alla fuga

E’ sempre più emergenza criminalità a Castellammare di Stabia. Raid a un negozio di tabacchi, l’ennesimo furto ai danni dei commercianti stabiesi. Nel mirino una rivendita di Santa Maria dell’Orto, in pieno centro, presa di mira da un ladro. In pratica il malvivente ha sfondato la vetrina per portare via materiale di pelletteria di un discreto valore. La rottura del vetro ha però causato il ferimento del ladro, che si è allontanato sanguinante, riuscendo a portare via soltanto poche cose.
Si tratta del secondo episodio nel giro di pochi giorni. Almeno due settimane fa lo stesso negozio ha subito anche una rapina. Tutto questo a riprova che l’emergenza criminalità è ancora nervo scoperto per la città di Castellammare di Stabia.
Cronaca
Ratti e spazzatura nel centro città: degrado ed abbandono nel salotto buono di via Roma

Degrado ed incuria nel centro di Castellammare di Stabia. Sono anni ormai che le aree dove dovrebbero esere ricostruiti due palazzi nella centralissima via Roma a Castellammare sono diventate vere e proprie discariche. Nonostante numerose denuncedi residenti e richieste di pulizia, seguite poi da ordinanze comunali, le aree rimangono sede di cumuli di rifiuti di ogni genere. Il contenzioso che ricade sull’area non è materia semplice, tanto da bloccare le operazioni di ricostruzione. Negli anni, varie amministrazioni comunali si sono succedute ed altrettanti funzionari e dirigenti comunali hanno letto i documenti per la ricostruzione, ma tutto rimane fermo al palo. Area in stato di abbandono ed oggetto di lancio di rifiuti da parte di alcuni residenti. «Dai palazzi intorno qualcuno fa anche il “lancio del sacchetto” dal proprio balcone» dice un residete della zona. Nell’ultimo anno il commissario prefettizio ha ordinato almeno due volte alla proprietà di pulire l’area, ma nulla è accaduto fino ad ora. Ultima in ordine di tempo è l’ordinanza del 2 febbraio scorso ”… adottare ad horas … gli interventi di pulizia e di manutenzione…”, ma ad oggi ancora nulla. L’area rimane una discarica a cielo aperto, covo di ratti e focolaio di probabili infezioni. Nel centro della città.
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