Politica
Nappi e il Movimento 5 Stelle: “Cimmino al capolinea, è il peggiore sindaco della storia”
L’impietoso ritratto del primo cittadino da parte dell’esponente grillino
“Cimmino è giunto al capolinea, è sicuramente il peggior sindaco della storia di Castellammare”. Non usa mezzi termini Francesco Nappi, consigliere del Movimento Cinque Stelle e sfidante di Cimmino nella corsa alla poltrona tricolore nel 2018. “Ricordo durante la campagna elettorale un Gaetano Cimmino che urlava “studia” ai 4 venti, presupponendo che lui fosse (per usare un linguaggio divertente) “quello studiato” – spiega Nappi – Dopo tre anni di amministrazione del fare figuracce e dopo aver seppellito Castellammare sotto le macerie, si scopre che “quello studiato” in realtà “non si ha preso la laura”. Siamo al 15 dicembre e l’aria natalizia a Castellammare non c’è.
Ricordate quelle parole pronunciate con la solita arroganza in consiglio comunale? Castellammare avrà un Natale che attrarrà turismo, sarà un volano di sviluppo e bla bla bla.
Ad oggi come sempre solo chiacchiere senza sostanza”.
Poi rincara la dose Nappi: “Gaetano Cimmino sarà riaccordato come il peggior sindaco di sempre, cosa che non era facile, eppure ci è riuscito.
Ricorderemo Gaetano Cimmino come il Sindaco dal Natale triste, come il Sindaco che ha venduto il patrimonio immobiliare delle terme in asta giudiziaria. Quello della Commissione d’accesso.
In poche parole un Sindaco sciagura, quel Sindaco che era in grado di distruggere ogni cosa che toccava.
Ultimo, ma non ultimo, il velato “avviso” fatto agli sponsor di alcune testate locali che si erano permessi di pubblicare “fatti”, che avevano spezzato quella serie di “fake news” pubblicate da fonti di parte che dipingevano le festività natalizie a Castellammare, a partire dall’Immacolata trasformata in “Terra dei Fuochi” sull’arenile, come fantastici.
Una caduta di stile, semmai ne ha avuto il Sindaco, di pari livello ai cori ingiuriosi a lui rivolti, le critiche le merita tutte, ma non le ingiurie, condanno quindi i testi dei cori, ma non lo spirito della critica, se fossero state usate altre parole, meno volgari ed offensive, i cori sarebbero stati voce del disagio che la città vive. Non mi ero espresso prima su questo fatto perché abbagliato dall’oro di Bologna profuso dai suoi estimatori a pagamento, non era emerso neanche tra i social.
Ritengo che sia giunto il tempo della fine dell’amministrazione Cimmino”.
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