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I terreni del Faito confiscati al boss utilizzati per coltivare marijuana

Per la polizia municipale erano inaccessibili, i carabinieri invece accertarono l’attività illecita

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I terreni confiscati al boss utilizzati per le coltivazioni di marijuana. E’ quanto emerge dalla relazione della commissione d’accesso, che ha decretato lo scioglimento del consiglio comunale di Castellammare. Uno dei punti affrontati è proprio il tema dei beni confiscati ai clan. In questo caso si parla di terreni di Monte Faito, sul versante stabiese, di proprietà di un esponente del clan Di Martino. Gli ispettori hanno rilevato un’incongruenza tra un sopralluogo effettuato dalla polizia municipale e dai carabinieri. Mentre i vigili urbani dichiaravano che «…erano risultati inaccessibili in quanto situati in zona impervia e montuosa…», gli uomini dell’Arma hanno accertato che i terreni sono facilmente individuabili e accessibili con autovettura e che su di essi risultano allestiti stalle e ricoveri, all’interno dei quali si trovavano animali di varie razze. Ma non solo. Secondo quanto accertato dai militari «l’area è sempre stata gestita dai figli bel boss Di Martino, che hanno continuato a condurvi attività di allevamento e ad utilizzarla come base logistica per la messa a coltura di piantagioni di marijuana, da sempre l’attività più redditizia posta in essere dal clan, come anche dimostrato dagli esiti di recenti attività di polizia giudiziaria».

dadimar

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