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Il pizzo del clan perfino alle bancarelle: estorsione per l’evento in villa comunale

Il caso emerge dall’inchiesta Cerbero che ha portato a 35 avvisi di garanzia per affiliati e capi dei D’Alessandro

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Il pizzo anche alle bancarelle. E’ quanto emerge dalle indagini che hanno portato a 35 avvisi di chiusura dell’indagini per altrettanti esponenti del clan D’Alessandro. Dalle pieghe dell’inchiesta, denominata “Cerbero”, emerge un quadro inquietante sul piano delle estorsioni e sulla pressione di Scanzano su imprenditori e negozianti. C’è chi ha pagato anche cento euro di pizzo, fino a cifre a tre zeri, richieste però destinate alle aziende più importanti.

Perfino la “feste della bancarelle” che si è tenuta nel maggio del 2011 in villa comunale. In quell’occasione – come emerge dall’inchiesta della Dda di Napoli – ad essere taglieggiati furono la ditta che si occupava degli allestimenti e gli organizzatori del mercatino di antiquariato. Un pizzo da 3mila euro per far filare tutto liscio.

dadimar

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